Parchi ai privati, arrivano solo due proposte 

Il progetto per la gestione dei beni comuni non decolla: si parte con Piedibus e Mille alberi per la città

LANCIANO. Un elenco di 23 beni comuni tra giardini, fonti, monumenti, piazze di cui prendersi cura, ma solo due progetti attivati e uno, per la riapertura e gestione dell’auditorium Diocleziano, in itinere. È il bilancio, non proprio positivo, del progetto sui beni comuni a un anno e mezzo dall’approvazione del regolamento per la cura, rigenerazione e gestione da parte di cittadini e associazioni di quei beni, materiali e immateriali come possono essere le tradizioni popolari, ritenuti fondamentali per promuovere il benessere della comunità. Il progetto, salutato con grande interesse, si è andato via via spegnendo. Ad oggi, infatti, sono solo due i patti di collaborazione attivi: il Piedibus e Mille alberi per Lanciano.
Il Piedibus è il servizio per accompagnare gli alunni a scuola a piedi: cinque linee attivate su percorsi stabiliti con accompagnatori, che riprenderà con l’avvio delle scuole. Mille alberi per Lanciano prevede la messa a dimora di mille piante entro il 2021 in città che ha come obiettivo il miglioramento della qualità dell’aria e del suolo e la lotta all’inquinamento.
Due progetti attivi e altri due bocciati: quello dei ragazzi di Largo Tappia che avevano chiesto di poter custodire il giardino Manzitti e dell'associazione Mercato Scoperto per via Monte Maiella: entrambi cestinati per motivi burocratici. «Credo che sia stato mal interpretato il senso del progetto dei beni comuni», spiega Angelo Radoccia, dell’associazione Labsus che ha redatto il regolamento, «il cittadino pensa che deve sopperire alle carenze del Comune, invece non è così perché affianca l’ente nella gestione, rigenerazione di spazi a disposizione di tutti, per il benessere della collettività». «La città diventa estensione della propria casa», aveva detto il sindaco Mario Pupillo alla presentazione del regolamento. «Prima del lockdown avevamo avviato un progetto con il liceo artistico», riprende Radoccia, «per la cura del giardino esterno. Questo ci ha portato a far approvare il regolamento anche alla Provincia, per poter allargare il progetto alle altre scuole. Ora lo riprenderemo. Lavoriamo sui ragazzi per far capire loro il concetto del bene comune, dell’importanza di prendersi cura dei propri spazi per migliorare la qualità della vita di tutti».