CALCIO / SERIE D

Partita a porte chiuse: società della Vastese si dimette per protesta

Il presidente Bolami annuncia: «Rimetteremo il titolo nelle mani del Sindaco di Vasto»

VASTO. Lunedì 13 febbraio la dirigenza della Vastese Calcio si dimetterà e consegnerà il titolo nelle mani del sindaco Francesco Menna. Lo ha annunciato dopo la decisione assunta dal questore di Chieti Francesco De Cicco di far giocare a porte chiuse la partita Vastese-Termoli, per motivi di ordine pubblico.

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Il presidente della Vastese Franco Bolami evidenzia: «Non è possibile e tollerabile che veniamo messi sempre in secondo piano e paghiamo per colpe non nostre. Sarebbe stato auspicabile da parte delle SS.VV., come del resto è stato sempre fatto, un tavolo tecnico per discutere dell’organizzazione della gara, ma come sempre vengono anteposti sempre i problemi degli altri e non quelli di chi con tanti sacrifici porta avanti una realtà calcistica.

Amareggiati e soprattutto delusi rimettiamo nelle mani del Sindaco il titolo, sperando che ci sia qualcun altro disposto a valorizzare il Calcio in Città, che accetti, senza batter ciglio, a decisioni non compatibili con quello che è il normale svolgimento di attività Dilettantistica».

Non sarà dunque presente il pubblico alla gara di campionato prevista per domenica 12 febbraio alle 14,30 al rinnovato stadio Aragona di Vasto e valevole per la 23esima giornata del girone F del campionato di Serie D.

La sfida salvezza fra Vastese e Termoli è stata ritenuta a forte rischio di incidenti specialmente dopo i fatti avvenuti all’andata quando alcuni tifosi biancorossi si sono scontrati con le forze dell’ordine. Anche in passato non sono mancati incidenti e feriti.

Molto amareggiata la società abruzzese ha scritto una lettera alla Questura e al prefetto di Chieti e per conoscenza al Commissariato di Vasto e alla FIGC-LND per manifestare la propria contrarietà verso la una decisione.

Nella missiva Donatella Spalletta, legale rappresentante dell’ASD Vastese Calcio 1902, afferma: «La nostra Società fa enormi sacrifici sia a livello umano e soprattutto economico. Veniamo fuori da una pandemia che ha ridotto notevolmente gli incassi mettendo a serio rischio la Società e tutte le persone che lavorano per essa. Siamo fortemente rammaricati perché questo dimostra che il Calcio non è più uno Sport simbolo di festa e aggregazione ma trasformato in un qualcosa in cui non ci riconosciamo. A pagare siamo sempre noi Società, che con enormi sacrifici portiamo avanti la Stagione, ma a queste condizioni, di vedere tolti i propri diritti e quelli dei tifosi abbonati e non che vogliono godersi lo spettacolo e sostenere la squadra in questo momento delicato NOI NON CI STIAMO! Possiamo capire che per ordine pubblico sia vietata la trasferta per gli ospiti, ma non accettiamo ci venga vietato il nostro diritto di avere i nostri tifosi. COSI’ NON E’ PIU’ SPORT Vi preghiamo, pertanto, di voler rivedere la Vostra posizione e di concedere l’utilizzo dello Stadio “Aragona” ai nostri sostenitori Certi di un benevolo riscontro, inviamo Distinti Saluti».