Petrolio, la protesta riparte dalle Tremiti

E in Abruzzo spunta il progetto di una multinazione a 12 km dalla costa di Pescara

ISOLE TREMITI. E' un muro di no quello che si leva dalla Puglia contro le trivellazioni autorizzate al largo dell'Adriatico. Partiti politici, sindaci, cittadini e associazioni sono tutti compatti nel ribadire netta contrarietà al petrolio. E mentre si pensa a una grande manifestazione, dalle Isole Tremiti arriva un'accusa.

«Cosa sta facendo l'Abruzzo?». Da una parte l'Abruzzo, dall'altra la Puglia. E in mezzo lo stesso mare, l'Adriatico, con il suo petrolio grezzo, che fa gola a tanti.
Ma dalla Puglia arriva un fronte deciso e pronto a tutto pur di negare future trivellazioni che possano nuocere al turismo e al territorio. Ieri pomeriggio, a Monte Sant'Angelo, sede del parco nazionale del Gargano, il commissario straordinario del Parco, Stefano Pecorella, ha convocato d'urgenza una riunione a porte chiuse con tutti i sindaci del Gargano.

Nei giorni scorsi, anche il governatore della regione Puglia, Nichi Vendola, aveva avvertito di voler fare «tutto il possibile per opporsi alla ricerca di petrolio nel mare delle Isole Tremiti».
E dalle Diomedee il fronte si ingrossa. «Se l'intenzione è quella di chiudere le Tremiti» tuona Pio Luigi Staniscia, dell'associazione Le Cinque Isole, «chiuderemo le isole prima noi».

Intanto, venerdì mattina, ci sarà una riunione in Comune per discutere il problema petrolio. Presente anche la vecchia giunta dell'ex sindaco Giuseppe Calabrese, che ha fatto già sapere di essere contrario alle esplorazioni e alle trivellazioni ad appena 26 chilometri dalle isole da parte della società irlandese Petroceltic srl. «Ci sono decine di istanze che partono da Ancona per arrivare fino alle Tremiti» spiega ancora Staniscia «e anche se il decreto ministeriale sancisce il divieto alle trivellazioni entro dodici miglia dalla costa, in realtà, il problema è solo allontanato e non scongiurato».

Problema che, dalle Tremiti, giudicano soprattutto abruzzese. «Cosa sta facendo il vostro governatore per impedire le trivellazioni?» domanda l'associazione Le Cinque Isole, «se mettono le petroliere al largo del mare di Vasto noi dalle Diomedee non le vedremmo nemmeno, ma sarebbe una catastrofe per chi, come noi, vive essenzialmente di turismo».

La protesta si allarga anche su internet. Sul socialnetwork Facebook il gruppo «Rete di associazioni contro le trivellazioni petrolifere» ha raggiunto in poco più di due giorni oltre 3mila iscritti.

Intanto, arriva un altro fantasma: la concessione d507 per trivellare al largo di Pescara, Montesilvano e Francavilla dopo il permesso di cercare petrolio al largo di Vasto. A farlo sapere è Maria Rita D'Orsogna, docente di fisica nell'università della California Northridge: «Chiediamo al presidente della Provincia di Pescara, Guerino Testa, e al governatore d'Abruzzo, Gianni Chiodi, di attivarsi presso il ministero dell'Ambiente e delle Attività produttive per richiedere al più presto maggiori informazioni e una ferma azione di contrarietà a questo progetto».

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