Pistola alla tempia dell’impiegata In tre rapinano l’ufficio postale

Torrebruna, irruzione armata allo sportello pieno di anziani per il pagamento delle pensioni Banditi in fuga con meno di mille euro. Il sindaco: «Siamo abbandonati per colpa dei tagli ai servizi»

TORREBRUNA. Ha sentito il metallo freddo che premeva contro la tempia. Per qualche secondo ha pensato al peggio la dipendente dell’ufficio postale di Torrebruna rapinato ieri mattina da due giovani incappucciati e armati di pistole. I due, giovani e con un marcato accento meridionale, sono entrati in azione alle 10,15 non appena hanno visto uscire dalle Poste il dipendente della società di sicurezza che aveva portato le pensioni. Quando i rapinatori sono entrati i soldi erano già nella cassaforte a tempo. Questo particolare ha innervosito uno dei banditi che ha sfogato la propria rabbia contro l’impiegata davanti a decine di pensionati terrorizzati. I due si sono dovuti accontentare dei soldi in cassa: meno di mille euro. Sono quindi fuggiti a bordo di una utilitaria scura guidata da un terzo complice. «Questo territorio è terrorizzato. Per colpa dei tagli siamo abbandonati», è l'amaro sfogo del sindaco, Cristina Lalla. Sulla rapina, la seconda in un mese nella vallata, la settima in 5 anni, indagano i carabinieri.

Il fatto. Le 10 erano passate da poco quando nell’ufficio di via Roma gremito di anziani che devono riscuotere la pensione entrano due giovani. Uno resta accanto alla porta. L’altro corre verso il bancone degli impiegati e lo scavalca con un balzo. L’uomo con il volto coperto solleva una pistola, afferra una impiegata e le ordina di aprire la cassaforte. La donna cerca di far capire al malvivente che non può perché il congegno è tempo. A quel punto il rapinatore, giovane e magrissimo, perde la calma. Strapazza l’impiegata, le strappa il vestito, le afferra i capelli e le punta la pistola alla tempia. I clienti sono terrorizzati. La dipendente ha la forza di ripetere che non può aprire la cassaforte. A quel punto il complice richiama il giovane. I due si accontentano di quello che trovano in un cassetto: meno di mille euro, e scappano.

La fuga. Ad aspettare i due fuori dall’ufficio c’è un complice su un’auto scura che si allontana sgommando verso la Trignina. Qualcuno chiama i carabinieri. La caserma più vicina è a Celenza sul Trigno. Scattano le ricerche ma sarà difficile risalire ai tre. «Abbiamo installato dei dispositivi di sicurezza all’entrata del paese ma devono essere attivati», dice il sindaco Cristina Lella. «Certo è che questa terra sta vivendo un momento drammatico. Siamo rimasti soli. I pochi carabinieri in servizio fanno quello che possono, ma è impossibile coprire tutta la vallata». Solo un mese fa fu svaligiato l’ufficio postale a Dogliola. Una tentata rapina a Torrebruna c’era fu nel 2008.

Il precedente. Due malviventi, anche allora inesperti o maldestri, non riuscirono a portare via nemmeno un centesimo. Armati di un fucile a canne mozze e di una pistola, i due minacciarono il direttore intimandogli di consegnare loro il denaro contante. (p.c.)

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