Pizzoferrato ricorda la battaglia del 1944 

Rievocati lo scontro di Alleati e patrioti locali contro i tedeschi e la nascita della Brigata Majella

PIZZOFERRATO. Un sole freddo su sentieri di neve ha accompagnato decine di persone che ieri mattina hanno ripercorso l’itinerario di guerra che 79 anni fa vide lo scontro violento tra una pattuglia tedesca e un gruppo di militari inglesi insieme a patrioti locali, la famosa “Wigforce”, che però ne uscì sconfitta. La giovane Pro loco “Amelio De Juliis” ha organizzato una manifestazione complessa di scarpinata sulla rocca del paese, tabellonistica su sette punti cruciali di quella che fu chiamata “La battaglia di Pizzoferrato”, accompagnamento musicale con la banda del paese, presenza di vecchi e giovani alpini, sindaci e amministratori comunali del territorio, e infine un convegno con gli storici Francesco Di Cintio e Costantino Di Sante. I giovani della Pro loco, guidati da Chiara Pasquarelli, hanno letto i cartelli posizionati sul percorso con le didascalie degli avvenimenti di quella notte del 3 febbraio 1944. In particolare l’uccisione del maggiore inglese Lionel Wigram sull’ingresso di Villa Casati dov’erano asserragliati i tedeschi. C’è ancora l’albero sotto cui il corpo di Wigram venne poco dopo sepolto, per poi essere tumulato nel cimitero canadese di Ortona. La tromba del silenzio ha risuonato più volte, anche davanti alla chiesetta della Madonna del Girone, che dentro conserva ancora i buchi delle mitragliate tedesche contro inglesi e italiani. Di questi ne morirono dodici, ricordati su una lapide davanti al municipio. Nel convegno Di Cintio, esperto di storia militare soprattutto inglese e autore di alcune ricerche sulla formazione della “Brigata Majella” fatte in archivi militari britannici, ha parlato di Pizzoferrato come di uno «spartiacque» negli eventi di quel periodo: finì la Wigforce e nacque la Banda Patrioti della Majella. Di Sante ha parlato di un «turismo della memoria», nel senso di mantenere vivo il ricordo della guerra in casa, tramite altre ricerche su luoghi e personaggi del posto, come il comandante D’Aloisio. Era presente anche l’associazione “Okay!” di Lanciano, fatta di giovani sensibili alla memoria dell’insurrezione lancianese del 6 ottobre 1943, i quali involontariamente hanno fatto da sponda a Chiara e i suoi amici della Pro Loco, nel senso che le storie locali sono tanti rivoli che confluiscono nel gran fiume della grande storia, che appassiona e travolge.
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