Premi e buoni pasto non pagati Clersud in sciopero

Atessa, astensione dal lavoro a oltranza per 80 operai Di Sciullo (Uil): l’azienda ci convochi con urgenza
ATESSA. Sono da giovedì in sciopero a oltranza gli 80 lavoratori della Clersud, fabbrica del settore metalmeccanico della Val di Sangro che produce sedili per società ferroviarie e di trasporto. I dipendenti hanno incrociato le braccia perché l’azienda non paga da tre mesi i ticket dei buoni pasto e, nel dicembre scorso, ha annunciato la disdetta del premio di risultato. Come nel caso della Edil Steel, fabbrica del settore della carpenteria metallica i cui lavoratori hanno scioperato nelle stesse ore contro la decisione dell’azienda di non concedere il premio di risultato, si tratta di realtà che sono produttive nonostante la crisi. Di qui l’indignazione delle maestranze che non si vedono riconosciuti alcuni diritti e la ridistribuzione degli utili.
«In questo periodo», dice Achille Di Sciullo della segreteria provinciale Uilm-Uil, «anche un buono pasto da 5 euro può rappresentare un aiuto concreto alle famiglie che stentano ad andare avanti. Il premio, inoltre, ormai quasi consolidato da anni grazie all’impegno e alla professionalità di tutti i lavoratori, deve essere garantito. Chiediamo un incontro urgente per discutere della questione e del pagamento dei buoni pasto, altrimenti saremo intenzionati ad andare avanti nella protesta».
Già lo scorso anno, nello stesso periodo, gli operai della Clersud avevano messo in piedi uno sciopero a oltranza con un presidio permanente davanti ai cancelli dello stabilimento. Al centro della protesta c’era la difficile situazione che viveva l’azienda, di cui è capogruppo la Clerprem (Veneto), che aveva accumulato milioni di euro di perdite. La dirigenza aziendale dello stabilimento di Atessa aveva annunciato che a causa delle difficoltà finanziarie non avrebbe pagato il premio di risultato a luglio. I pagamenti dei buoni pasto erano in ritardo da settimane.
Dopo una settimana di sciopero l’azienda tornò sui suoi passi ritirando la disdetta del contratto aziendale e confermando il pagamento dei buoni pasto e del premio di risultato. Per aiutare lo stabilimento erano state trasferite anche alcune lavorazioni da Vicenza. A distanza di un anno la situazione di difficoltà tuttavia si ripete.
Daria De Laurentiis
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