I carabinieri intervenuti a Ripa Teatina

Pretende soldi e punta il coltello al padre 

Arrestato un 36enne per estorsione e rapina: minacce e botte ai familiari per farsi consegnare il denaro per alcol e droga

CHIETI. Un coltello puntato alla gola dell’anziano padre: «Se non mi dai i soldi, questa volta, ti uccido». Una minaccia di morte scandita con le urla sentite anche dai vicini di casa. È questo l’episodio che ha fatto scattare l’arresto di un 36enne di Ripa Teatina, Andrea Marchigiano, accusato di estorsione e rapina nei confronti dei familiari. Dopo tre anni di soprusi, con la vita dei familiari trasformata in un inferno per quelle ripetute e ossessive richieste di denaro, l’uomo è finito nel carcere di Madonna del Freddo. Una liberazione per i familiari che, però, non può cancellare il dolore per quelle scenate diventate sempre più frequenti e furiose.

Maria Di Lena, tenente dei carabinieri

Nella casa di Ripa Teatina, le aggressioni erano cominciate a partire dal 2015 quando, secondo la ricostruzione dei carabinieri, l’uomo era finito nella trappola dell’alcol e della droga: voleva i soldi per comprare da bere e sostanze stupefacenti. Le prime richieste di soldi al padre e alla sorella erano state modiche, nell’ordine di 10-20 euro, poi, la situazione è degenerata. Marchigiano pretendeva dai familiari sempre più soldi, fino a 500 euro a settimana, e sempre più spesso. E per farsi consegnare il denaro l’uomo era pronto ad alzare ogni volta il livello della violenza: durante una lite ha distrutto una porta di casa colpendo il vetro con un pugno e ferendosi, altre volte si è accanito contro i familiari ricoprendoli con insulti e minacce, fino all’episodio più allarmante. Di fronte a quell’ennesima richiesta di soldi e di fronte all’impossibilità del padre e della sorella di dargli il denaro, l’uomo ha immobilizzato il padre, gli ha puntato un coltello da cucina alla gola e l’ha minacciato di morte.
I carabinieri erano intervenuti più volte in casa per quei litigi ormai quasi all’ordine del giorno. Una situazione nota anche al Comune: agli atti ci sono almeno due relazioni dei servizi sociali comunali che parlano di un clima ormai pericoloso e da non sottovalutare.
Per ricostruire i contorni della vicenda, i carabinieri hanno ascoltato i familiari dell’uomo, i suoi vicini di casa, allarmati per quelle sfuriate improvvise, e anche gli assistenti sociali.
Dopo l’ultima aggressione, i carabinieri hanno deciso di intervenire e fermare la lunga scia di violenza: il pm Giuseppe Falasca ha chiesto la custodia cautelare in carcere e il gip Isabella Maria Allieri l’ha concessa. A eseguire l’arresto sono stati i carabinieri della stazione di Villamagna, guidati dal luogotenente Roberto Cursoli sotto la supervisione della comandante del nucleo operativo e radiomobile di Chieti Maria Di Lena.

©RIPRODUZIONE RISERVATA