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Prove di dialogo tra Isi e Sasi su fusioni e ammortamenti

LANCIANO. Un accordo tra la Isi (società del patrimonio delle reti idriche) e la Sasi (società di gestione dell’acqua) per la chiusura della questione degli ammortamenti, con la Sasi che verserà all’...

LANCIANO. Un accordo tra la Isi (società del patrimonio delle reti idriche) e la Sasi (società di gestione dell’acqua) per la chiusura della questione degli ammortamenti, con la Sasi che verserà all’Isi 300mila euro e potrà gestire gratis le reti. Un “ultimatum” dei sindaci al presidente della Sasi, Domenico Scutti, affinchè presenti entro 20 giorni una proposta di fusione tra le due società. Giungere alla fusione quasi a costo zero onde evitare che a pagare siano i cittadini, attraverso l’aumento delle bollette. È quanto deciso nell’assemblea dei sindaci dell’Isi, convocata per discutere della proposta di fusione della società del patrimonio che, ovviamente, prevede l’incorporazione della Sasi nell’Isi. Proposta che ha sollevato polemiche in un centrosinistra diviso.

L’accordo Isi-Aasi. Isi e Sasi hanno raggiunto un accordo sul pagamento degli ammortamenti. «La Sasi verserà all’Isi 300mila euro», ha detto Vincenzo Antonucci, presidente Isi, «per l’uso delle reti negli anni pregressi, anziché 1.700.000 euro dovuto. In cambio l’Isi ha concesso l’uso delle reti gratuitamente alla Sasi. Con i soldi l’Isi potrà pagare le tasse, i revisori dei conti e gli avvocati». Ma se una querelle si è chiusa, un’altra si è aperta. E riguarda la modalità di fusione.

La proposta Isi. Per Antonucci, sulla base di alcune consulenze, la modalità migliore e quella meno costosa per i cittadini, è l’incorporazione della Sasi nell’Isi. «E questo per via delle reti», ha spiegato il presidente, «perché l’Isi non ha mai censito tutte le reti che ha, quindi se incorpora la Sasi non ci sarebbero problemi perché le reti sono e restano della Isi e della nuova società. Viceversa, sorgerebbe il problema di censire le reti, particella per particella, in tutta la Provincia e i costi sarebbero esorbitanti». Costi eccessivi anche nell’eventualità si arrivi alla liquidazione dell’Isi, se non si arriva alla fusione entro fine anno. «La liquidazione avrà costi ingenti», ha detto Antonucci, «in termini fiscali: milioni di euro». Che pagherebbero i Comuni, quindi i cittadini. Come? Aumentando le bollette.

Ultimatum. Modalità e costi da chiarire per i sindaci che vogliono vederci chiaro e sentire anche la proposta della Sasi, che tarda ad arrivare. Da qui la decisione di dare un ultimatum a Scutti: deve presentare la proposta di fusione entro 20 giorni. Sasi che sulla fusione sta lavorando in accordo con la Regione. Nel frattempo però, Udc, centrodestra e centrosinistra dovranno accordarsi perché per la fusione occorrono i 2/3 delle quote dell’assemblea. Sarà la formazione del nuovo Cda, con altre poltrone in ballo a mettere tutti d’accordo?

Teresa Di Rocco

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