Ranieri, signorilità e intelligenza del pallone

Il tecnico della Juventus star del teatro Marrucino insieme a Marino e Sconcerti

CHIETI. «Il calcio cosa rappresenta?», si è chiesto il giurato Edmondo Berselli durante la cerimonia di premiazione della sesta edizione del Premio “Giuseppe Prisco”, ideato dal generale di corpo d’armata nella riserva dell’Arma dei carabinieri, Corinto Zocchi. Al Teatro Marrucino, il calcio è lontano dalle invettive, «è signorilità e intelligenza critica con Claudio Ranieri; è competenza manageriale con Pierpaolo Marino; con Bedi e Massimo Moratti è eleganza di una squadra, l’Inter, che non rende scontato nulla neppure ciò che lo è», per l’opinionista di “Repubblica”.

Unico assente fra i premiati Daniele De Rossi, in ritiro con la Roma in vista della prova di Coppa Italia a Catania. Sarà a Chieti a settembre. «Premiando Daniele», ha sottolineato Italo Cucci, «abbiamo tenuto conto della sua esplosiva lealtà, del suo modo di esprimere una personalità che allieta lo spirito del premio. De Rossi per i suoi “peccati” ha pagato, in un Paese dove nessuno paga mai». Il finale mozzafiato di campionato non ha aiutato il premio Prisco. Oltre a De Rossi non è arrivato Massimo Moratti, presidente dell’Inter.

La sorella Bedi ha ritirato il premio per il Centenario della squadra nerazzurra. «L’Inter è stata riabilitata dalla Roma», ha sottolineato Cucci, «perché i nerazzurri vinceranno un campionato conteso da una squadra tanto bella quanto forte». Claudio Ranieri è stata la star del Marrucino. L’elegante difensore, come recita la motivazione, è stato l’artefice della riconciliazione della Juventus dopo la burrasca di Calciopoli. «Abbiamo quasi da subito preso il terzo posto e non l’abbiamo mai lasciato. Segno di continuità. Il fatto che non avessimo gli impegni europei ha influito sul nostro risultato».

A chi gli ha chiesto del ritorno in Europa, Ranieri ha così risposto; «Questa è una nuova Juve, una squadra che non ha nulla a che fare con quella precedente. Quello che verrà, sarà un campionato molto importante poiché avremo il piacevole impegno della Champions, prima bisognerà passare i preliminari». Pierpaolo Marini dg del Napoli ha piacevoli ricordi abruzzesi: «Ricordo Pescara sempre con molto piacere, spero che la famiglia Soglia faccia riesplodere l’entusiasmo di una tifoseria calorissima e appassionata.

Quando il Napoli ha riconquistato la serie A e un milione di persone si è riversato per le strade ho dichiarato che mi tornava in mente la festa di Pescara per la serie A». In merito al premio ha una dedica speciale: «E’ una gioia e una soddisfazione immensa. Prisco lo sento vicino perché anche mio nonno era alpino, durante una breve licenza nel corso della Grande Guerra concepì mio padre e non tornò più dal fronte. Dedico a lui e a mio padre un riconoscimento legato agli alpini, quando per quelli del sud era difficile militare fra le penne nere».

Un habituée del premio è Mariolino Corso, legatissimo all’imprenditore vinicolo, Marcello Zaccagnini, uno dei componenti del comitato organizzatore del premio: «Domenica sarà una giornata importante. Abbiamo sicuramente lasciato qualche punto per strada, ma non credo ci si possa lamentare di una squadra che ha disputato un ottimo campionato». Sulla sconfitta nel derby: «Ci sta che si possa essere battuti in un derby, però non in quel modo. Abbiamo giocato male e con pochi stimoli».

Legami con l’Abruzzo li sfodera a sorpresa anche Mario Sconcerti, premiato per il giornalismo insieme a Mario Santarelli. «In Abruzzo», dice, «ricordo che fui accolto benissimo quando arrivai, tutto solo, nel lontano 1967. Qui ho completato gli studi. Se non ricordo male, all’istituto Marconi, dove diedi l’esame da privatista. Se non mi fossi diplomato a Pescara, la mia vita probabilmente avrebbe preso un’altra piega». E il calcio senza Peppino Prisco?