Resort bloccato I costruttori pronti a chiedere i danni

San Vito, al tribunale del riesame il ricorso della Pagliaroli «Il Comune perderà 3 milioni, in fumo 300 posti di lavoro»

SAN VITO. Rinuncerà alla realizzazione del Resort, manderà avanti la procedura amministrativa per la variante che non è stata bloccata dal Tar, chiederà i danni al Comune e realizzerà il Resort altrove. È quanto intende fare la Pagliaroli Group, finita assieme alla giunta e alla maggioranza consiliare nell’inchiesta, appena chiusa, della Procura di Lanciano che considera illegittima la procedura amministrativa seguita per approvare la variante che cambia la destinazione d’uso del terreno di Colle Foresta da agricolo a turistico-ricettivo e ha accusato gli indagati di abuso di ufficio, sequestrando tutto il materiale amministrativo sul Resort.

«Abbiamo presentato ricorso al tribunale del riesame di Chieti», fanno sapere dalla Pagliaroli, «e lunedì se il Riesame non dovesse revocare la sospensione ordinata dal tribunale di Lanciano degli atti, rinunceremo al San Vito resort village. Sarà un’occasione persa per un investimento che avrebbe portato alle casse comunali 3 milioni di euro 300 posti di lavoro». La Pagliaroli Group in una nota si dichiara amareggiata per l’accaduto e comunque estremamente fiduciosa nella magistratura. «Non critichiamo il lavoro complesso dei magistrati», dicono dalla società, «ma solo nella Regione dal 2008 ad oggi sono state fatte oltre 300 “Varianti puntuali-parziali”, 33 solo nella Provincia di Chieti e non si può pensare che siano tutte procedure inammissibili. La “Variante puntuale” prevista dalla legge regionale 18 è stata l’unica via praticabile anche perché strumenti come l’accordo di programma,che si fa tra enti pubblici, o “la legge 447 ex art. 5 Suap”, ci avrebbero permesso di ottenere il cambio di destinazione d’uso in 6 mesi, senza versare un euro al Comune anziché i 3 milioni che dovremmo pagare, e senza fare valutazioni ambientali, come la Vas, chiesti dal Comune. Se non ci sarà il dissequestro degli atti andremo avanti con la procedura, non bloccata dal Tar, e se poi questa sarà dichiarata inammissibile, essendo parte lesa, visto che è una procedura comunale, chiederemo diversi milioni di euro al Comune di risarcimento danni».

Teresa Di Rocco

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