Per il candidato sindaco del centrosinistra commozione e applausi. Rosi Bindi: onesto e bravo

Ricci: «Vinceranno le persone perbene La città dirà basta a questa destra»

CHIETI. Il colpo di scena ideato dal regista Mario Di Iorio per la presentazione del candidato sindaco Francesco Ricci funziona. «Ladri, ladri, ladri. Via rubacchio», la sala del Supercinema ha un sobbalzo. In onda sul maxi schermo la Chieti del 1993, la trasmissione è: «Il rosso e il nero» di Michele Santoro con Ruotolo allora collegato con palazzo d’Achille dove va in scena la rivolta del 1993 degli amministratori, da destra verso sinistra, contro l’ex sindaco Buracchio e la sua giunta, allora travolta dallo scandalo della Tangentopoli teatina. Il filmato prosegue si vedono i volti ringiovaniti di dirigenti del centrosinistra che gridano: «Ladri, ladri, ladri».

Quel salto nel passato fa scattare gli applausi della platea, crea in sala quel consenso che permette al candidato del centrosinistra di salire sul palco tra i battimani. La sagoma di Ricci si staglia severa e benevola su due prospettive, quella reale e quella virtuale replicata dal maxi schermo.
Apre la bocca ed è subito piegato dall’emozione, beve un sorso d’acqua e inizia sotto gli occhi amichevoli del vice presidente della Camera Rosi Bindi a Chieti per dagli sostegno e forse coraggio. «Cari voi tutti», dice Ricci, «voglio ringraziarvi, da quelli che hanno condiviso con me questa esperienza, ai giovani, ai partiti alleati, a quanti fanno volantinaggio e a chi ha fatto questo video. Voi semplici amati cittadini. Mi siete tutti cari».

Coerente al personaggio più umano e meno politico, Ricci funziona bene quando tocca le corde del sentimento, e lo fa all’inizio e alla fine del suo discorso quando, parla di «onestà a viso aperto». «Abbiamo forse fatto errori, ma l’onestà, la trasparenza, la dirittura morale sovrastano alcune incertezze», dice, «Chieti deve puntare ancora sul cambiamento. Lo dico per i giovani, per le persone più indifese». Passa all’attacco del suo avversario, il candidato sindaco del centrodestra Umberto Di Primio che mette alle corde utilizzando il video sugli eventi del 1993.

«Il suo obiettivo è riportare il passato. Si è alleato con quella destra che ha portato la città allo sfascio. Noi non lo permetteremo», la platea applaude. Nel mezzo del suo ragionamento Ricci parla delle tante opere fatte, «lavori pubblici per 200 milioni. Dalle fogne allo Scalo, alle piazze cittadine che sono tornate a vivere, alla Villa Comunale», elenca Ricci i progetti per la solidarietà, per lo sport, per i giovani, le tante manifestazioni culturali fatte. Ricorda il sostegno dato al teatro Marrucino e all’innovazione fatta nella pubblica amministrazione comunale. La platea è con lui.

Il segnale di un candidato sindaco che vuole portare avanti il suo progetto di innovazione e ammodernamento passa. Ricorda le vertenze aperte e l’impegno messo in campo per la Olit, per la ex Burgo per i lavoratori di Villa Pini. «Non disperdiamo queste iniziative», esorta. Poi nel finale viene travolto dall’emozione. Si ferma, non riesce ad andare avanti, beve un sorso d’acqua. «Cari tutti, vi ringrazio. Uniti porteremo a termine il progetto della nuova Chieti». Tocca alla Bindi che riflette. «C’è qualcosa di paradossale», puntualizza, «il video che abbiamo visto a Chieti, così come in Italia dopo Tangentopoli, portò al potere Berlusconi e a Chieti quello strano personaggio di nome Cucullo».

Il vice presidente della Camera analizza l’attualità, la nuova «drammatica tangentopoli». «Ma», osserva, «le persone non si indignano più, c’è nell’opinione pubblica un senso di sfiducia, e temo che si possa fare strada qualcosa di autoritario. Per questo la vittoria di Ricci», rilancia la Bindi, «è la vittoria delle persone perbene, di chi ama la città, che amministrerà ancora con onesta e trasparenza».