Scontro sul teatro, la protesta dem al Marrucino: «Quei soldi sono una beffa»

28 Dicembre 2025

Ferrara attacca: «Chieti discriminata perché di colore politico avversario», il capogruppo Paolucci: «Istituzione rasa al suolo, i finanziamenti ci sono solo per gli amici»

CHIETI. «Un esempio di Regione matrigna», ma anche «un sistema inaccettabile di docce scozzesi», secchi di acqua calda e fredda come i fondi che vanno e vengono. Poco prima delle 10 del mattino, le porte del Teatro Marrucino sono ancora chiuse e le luci tutte spente. È solo questione di minuti e qualcuno arriverà ad accenderle, ma davanti all’ingresso del teatro il Partito Democratico, con il sindaco Diego Ferrara per primo sul posto, forma un cordone perché quelle luci non si spengano per sempre. Fino a pochi giorni fa sembrava impossibile, oggi invece la città si trova a dibattere sul futuro di un’istituzione bicentenaria unica per l’offerta lirica in Abruzzo, e che vive dei finanziamenti pubblici - quelli del Comune (300mila euro circa nel 2025), quelli del Ministero, quelli della Regione. Lì si è attorcigliato il nodo dei fondi al palco teatino, 13mila euro di contributo straordinario comparsi come uno spettro sull’ultima finanziaria.

l’attacco dei dem

L’assessore regionale al Bilancio, Mario Quaglieri, invita a non preoccuparsi: «I soldi ci sono». Così anche il capogruppo FdI Carla Di Biase, che promette «un emendamento con il quale sarà reinserita in Bilancio la cifra utile per coprire l’intera stagione teatrale». Le preoccupazioni della sinistra? «Del tutto inutili e strumentali», in linea con l’assessore Quaglieri che aveva definito il sit-in una «sceneggiata inutile». Per i dem si tratta invece di «una protesta veemente», spiega Ferrara davanti alle porte del Marrucino, «che nasce da un senso di frustrazione e indignazione della città per una scelta del Consiglio regionale che va nella direzione di un contributo miserrimo, una beffa». A far discutere non sono soltanto i numeri: «C’è un problema di metodo, di come la Regione si rapporta alla città di Chieti», prosegue Ferrara, «forse solo e unicamente perché di segno politico diverso e opposto rispetto a quello regionale. Oggi Quaglieri dice come nulla fosse che hanno scherzato. Ma queste docce scozzesi servono in realtà per fiaccare l’animo dei cittadini e deprimere l’orgoglio verso un teatro che ha invece appena dimostrato la sua vitalità e importanza. Parlo come sindaco di tutti: siamo stanchi di questo sistema, il contributo della Regione deve essere adeguato e strutturale».

le proposte

Accanto a Ferrara, insieme al gruppo dem con il segretario cittadino Gianmarco Pescara, il capogruppo in consiglio comunale Paride Paci - che annuncia una mozione in Consiglio comunale per ripristinare i fondi necessari - e il segretario Gd Chieti Andrea Di Muzio, c’è il capogruppo regionale del Pd, Silvio Paolucci, primo a denunciare il taglio dei finanziamenti e che con il Patto per l’Abruzzo è impegnato nella presentazione degli emendamenti atti a ripristinare i fondi - tra le altre cose - per il teatro di Chieti. Obiettivo: scongiurare quei tagli che Quaglieri, nella sua nota, nega e che per Paolucci «non solo ci sono stati, ma hanno raso al suolo il Marrucino. Sul Fondo unico regionale per la cultura, dei vecchi 4,6 milioni di euro in bilancio, ci sono adesso appena 100mila euro. Come Patto per l’Abruzzo prepareremo una schiera di emendamenti, questo bilancio è una truffa per Chieti e per il suo teatro». Truffa perché, conclude il capogruppo dem, «nonostante i gravosissimi tagli ci sono stanziamenti per gli “amici loro”: Cartoon on the bay, il Festival dannunziano e ovviamente la Notte dei serpenti». Sul tavolo c’è anche la proposta del vicesindaco di Chieti e assessore alla Cultura, al Turismo e alle attività produttive Paolo De Cesare, che al sit-in del Pd non ha partecipato «perché voglio portare avanti un dialogo istituzionale con la Regione», spiega al Centro, «ma insisto sulla proposta di una legge regionale dedicata alle grandi istituzioni culturali, in cui tutelare, insieme al Marrucino, anche realtà prestigiose come il Teatro Stabile d’Abruzzo e l’Orchestra Sinfonica Abruzzese. Ma c’è anche un problema di tempistiche: non solo quanti fondi vengono erogati, ma in quali tempi». «I Comuni fortunati ricevono i contributi adeguati, quelli sfortunati invece no», rincara il segretario cittadino Pescara, disegnando i contorni di quella programmazione dei fondi che ha le forme, conclude il segretario, di «una lotteria».