Sevel, la Fiom chiede un incontro alla Fiat

9 Marzo 2011

A Roma il faccia a faccia fra i vertici della Regione e quelli del Lingotto

ATESSA. Tiene banco il dibattito attorno alla Sevel, lo stabilimento industriale più grande d'Abruzzo, con oltre 6.200 addetti, di proprietà del gruppo Fiat e di quello francese Psa (Peugeot e Citroen). Per domani è atteso il vertice istituzionale con la Fiat, al quale prenderanno parte Ernesto Auci, manager del Lingotto e stretto collaboratore dell'amministratore delegato, Sergio Marchionne, il governatore Gianni Chiodi, il vice Alfredo Castiglione, i presidenti delle Province di Teramo, Valter Catarra, e di Chieti, Enrico Di Giuseppantonio.

Tema dell'incontro è la situazione della Sevel, alla luce delle nuove prospettive di crescita di mercato dell'azienda di veicoli commerciali, ma anche quella dell'indotto e le sue opportunità di sviluppo. In questo contesto si discuterà anche della possibilità di far arrivare commesse Fiat pure all'Atr di Colonnella.

«L'obiettivo che ci prefiggiamo», dice Di Giuseppantonio, «è quello di assicurare la necessaria continuità a un'azienda che ha segnato lo sviluppo socio-economico della provincia di Chieti, assicurando occupazione a migliaia di addetti, direttamente e tramite l'indotto, e garantendo elevati standard di benessere alla comunità. Non si può prescindere da soluzioni che tengano conto delle necessità e delle esigenze di tutte le parti. Come amministrazione provinciale vigileremo con la dovuta attenzione affinché questo avvenga. Siamo tuttavia incoraggiati dagli evidenti segnali di ripresa sulla produzione che emergono in questi giorni».

Intanto su piani produttivi e occupazionali, investimenti e futuro industriale, relazioni sindacali e organizzazione del lavoro nella Sevel intende discutere anche la Fiom. La richiesta di un incontro urgente su tali argomenti è stata inoltrata alla direzione aziendale e alla Fiat dai segretari regionale e della provincia di Chieti del sindacato delle tute blu della Cgil, Nicola Di Matteo e Marco Di Rocco, insieme alla propria rappresentanza sindacale di fabbrica. «Sono temi strettamente legati tra loro e di notevole importanza per i lavoratori, per le prospettive dello stabilimento e del suo governo, del suo indotto e dell'intero Abruzzo», affermano.

Con la Fiom polemizza il consigliere dell'Udc alla Provincia di Chieti e presidente della commissione sviluppo economico, Federico Fioriti: «Una parte del sindacato sembra non capire che il mondo è cambiato e che le ideologie, la lotta politica e lo scontro economico nel 2011 non possono più entrare nelle fabbriche».

Per Fioriti, mentre dilaga la disoccupazione giovanile «è assurdo che ci sia chi si prende il lusso di aprire uno scontro con un'impresa che dà lavoro, con il suo indotto, a circa 20.000 persone». Secondo Fioriti, se si vuole assicurare competitività alle aziende «c'è bisogno di più responsabilità da parte di imprenditori e lavoratori».

Discorso puntato anche sul Campus dell'innovazione. «E' un progetto strategico», conclude Paolo Sisti, capogruppo del Pdl alla Provincia di Chieti, «ma difficilmente raggiungerà i suoi obiettivi se il territorio non ritroverà unità e voglia di crescere».

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