Sevel, otto ore di sciopero contro la disdetta della Fiat

La Fiom: scioperi nel week end. Fim Cisl e Uil contrarie: garantire diritti e posti di lavoro

ATESSA. Uno sciopero di otto ore nei turni straordinari di domani e domenica in Sevel e un fermo per assemblea sindacale di altre due ore martedì sono la prima risposta della Fiom all'annuncio della disdetta di tutti gli accordi aziendali da parte di Fiat a partire dal primo gennaio 2012.

Lo spauracchio di un nuovo contratto che assomigli in tutto e per tutto al «contratto-capestro» di Pomigliano, l'incertezza sul futuro, l'aumento dei carichi di lavoro e il mancato pagamento del premio di produzione sono le ragioni che Fiom mette in campo. Finora le tute blu della Cgil hanno scioperato in quasi tutte le giornate di straordinario previste, ma oggi, all'indomani dello strappo di Fiat da Confindustria, incrociare le braccia ha un significato diverso. «Lo dicevamo da due anni e siamo finalmente arrivati al dunque: Fiat vuole "pomiglianizzare" la Sevel cancellando i diritti dei lavoratori» rimarca Marco Di Rocco, segretario provinciale della Fiom. «Per noi la posta in gioco si fa più alta perché la Fiom rischia di uscire definitivamente dalla trattativa, ma quello che chiediamo è innanzitutto di coinvolgere i lavoratori».

E c'è di più. Lo stabilimento Sevel di Atessa, non è solo Fiat, ma il risultato di una joint-venture con i francesi di Psa (Peugeot-Citroen).

«Siamo l'unico stabilimento in Italia e in Europa che produce» ricorda Di Rocco «il primo gennaio solo Sevel produrrà in regime di straordinario, un furgone ogni 4 minuti, 220mila Ducato l'anno, mille al giorno, con un regime di saturazione al 98%: la nostra competitività è stata già messa alla prova ed è accertata».

Per Fiom, è necessario «aprire al più presto un tavolo istituzionale: la Regione deve convocare la Fiat e il neo ministro del lavoro Elsa Fornero per chiarire la specificità Sevel». E se si dovesse arrivare a un contratto particolarmente distante, in negativo, da quello nazionale, per il sindacato dei metalmeccanici c'è il «fondato rischio di un effetto-domino».

«L'Abruzzo vive di multinazionali» prosegue Di Rocco «se ciascuna di queste decidesse di fare quel che vuole sarebbe la fine della democrazia e delle relazioni sindacali. Insomma, si verificherà l'implosione di tutto sistema industriale».

Critici nei confronti dello sciopero i colleghi di Fim e Uilm.

«Lo sciopero è una strategia perdente» sintetizza Domenico Bologna, Fim-Cisl «per proteggere i lavoratori l'unico modo è quello di sedersi attorno a un tavolo con Fiat per arrivare a un contratto che ribadisca la validità di tutti gli accordi passati fatti con Fiat». Nicola Manzi, segretario provinciale Uilm-Uil preferisce non commentare la protesta della Fiom. «La Uilm ha un solo obiettivo e un'unica priorità: assicurare a tutti i dipendenti della Sevel un contratto che garantisca loro diritti, continuità contrattuale e salario».

© RIPRODUZIONE RISERVATA