Sider, tutto si fa difficile Gli operai tornano ai cancelli
Saltato l’accordo con la Tecnotubi di Brescia: a fine mese a casa 54 lavoratori Codagnone (Fiom): «La strada è in salita, la Regione faccia qualcosa»
VASTO. Sider Vasto: dopo un anno di promesse i 54 lavoratori tornano sulle barricate. L’accordo con la Tecnotubi di Brescia è saltato. Dal 30 giugno i lavoratori saranno senza lavoro. Ieri gli operai sono tornati a manifestare la propria disperazione davanti ai cancelli della fabbrica di Punta Penna. I rappresentanti sindacali li hanno raggiunti e dopo aver parlato con loro hanno incontrato la proprietà dell’azienda siderurgica. «Purtroppo la situazione è difficile. Si stanno cercando nuovi acquirenti. Intanto noi chiediamo alla Regione e al nuovo governatore Luciano D’Alfonso di reinserire il Vastese nella cartina geografica dell’Abruzzo. Chiediamo anche al presidente della Provincia, Enrico Di Giuseppantoio di darci una mano», afferma Mario Codagnone, segretario generale della Fiom Cgil.
La crisi senza fine. La prima volta che i sindacati hanno cominciato a parlare della crisi di una delle aziende storiche del Vastese, la Sider Vasto, è stato nel 2010. Tutti erano convinti che presto si sarebbe trovata una soluzione. Purtroppo nel 2012 la situazione precipitò. I lavoratori della Sider vennero messi in cassa integrazione fino a luglio 2013. Un anno fa non vedendo soluzioni all’orizzonte i lavoratori organizzarono la prima protesta davanti alla fabbrica. Poche ore dopo arrivarono rassicurazioni e la cassa integrazione in deroga fino al 30 giugno 2014. Qualche mese fa spuntò all’orizzonte un possibile acquirente: la Tecnotubi di Brescia. Sider Vasto però non ha ancora ottenuto il concordato preventivo. La Tecnotubi, stanca di aspettare, ha rivolto altrove il proprio sguardo e l'accordo è saltato. Dal 30 giugno i lavoratori non avranno più nulla.
I sindacati. «Non li lasceremo soli», assicura Mario Codagnone, della Cgil, confermando l’impegno dei sindacati per evitare la chiusura della storica azienda siderurgica e salvare l’occupazione dei 54 lavoratori. «Cercheremo altre soluzioni. Purtroppo la crisi non risparmia nessuno. Sider Vasto ha venduto anche un ramo dell’azienda a Basciano. Chiediamo un incontro urgente con il governatore D’Alfonso affinchè vengano prorogati gli ammortizzatori sociali e tante famiglie non finiscano sul lastrico. La Regione deve tornare ad occuparsi del Vastese», ha ripetuto Codagnone.
Le situazioni a rischio. Purtroppo la Sider (azienda che ha cominciato a lavorare a Vasto nel 1978) non è l’unica azienda del Vastese a rischiare di essere risucchiata dalla crisi. La recessione ha portato al fallimento diverse imprese edili. Il settore automotive è ancora in affanno. Quello tessile annaspa. Nel territorio ci sono tremila posti a rischio. Su 60 mila addetti distribuiti nelle ventimila attività della provincia è a rischio il 10 per cento dei lavoratori. Il numero di imprese iscritte ad Assovasto continua a scendere. «È necessaria l’attenzione della politica. Ci hanno dimenticati», protestano i lavoratori. La riconversione delle aziende, una formula che altrove ha dato ottimi risultati, nel Vastese non funziona. «Perché nessuno ha interesse a venire in un territorio senza servizi, con le strade ridotte ad una gruviera e dove i costi del trasporto delle materie prime sono alle stelle. La politica deve tornare a curare il Vastese e favorire investimenti. Noi esistiamo», affermano i lavoratori.
Paola Calvano
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