Spaccio di droghe dall’Albania, cinque condanne e 10 assoluzioni

La sentenza emessa dal tribunale di Vasto: inflitti in tutto 32 anni di carcere contro i 187 chiesti dal pm L’inchiesta, condotta dai carabinieri del Ros, si era conclusa con il sequestro di due quintali di eroina
VASTO. Operazione Ellenika: si è conclusa con 5 condanne e dieci assoluzioni il processo a 15 imputati accusati di essere una cellula italiana del traffico di droga dall’Albania. La sentenza emessa ieri dal collegio del tribunale di Vasto, formato da presidente Bruno Giangiacomo e a latere Stefania Izzi e Silvia Lubrano, ha messo la parola fine ad uno dei processi più delicati degli ultimi 5 anni nel Vastese . Riconosciuto solo a 5 imputati il reato associativo. Queste le condanne: 15 anni e 6 mesi per Filip Koroveshi, 17 anni per Elmas Mersini, 8 anni e sei mesi di reclusione per Albjou Xhexa, 5 anni e 6 mesi per Donato Sanfelice, 4 anni e 9 mesi per Gjecera Saimir. Assolti Tommaso Tascini, Dritou Krasniqi, Eduard Mersini, Radu Biru, Vangiel Gjizari, Erian Koroveshi, Ergys Lami, Besmiz Bitaj, Salmir Gjegera, Enri Belaj. Anche la posizione dei condannati è stata alleggerita. Per molti reati è stata dichiarata l’insussistenza. Agli assolti non è stata riconosciuta l’associazione. La sentenza ha soddisfatto gli avvocati della difesa. Il collegio ha distribuito 32 anni di carcere contro i 187 che erano stati richiesti a luglio dal pm Giancarlo Ciani.
La sentenza è arrivata dopo due giorni di arringhe e una camera di consiglio durata tre giorni. L'accusa per gli imputati era pesante. I 15 erano accusati di aver gestito a Vasto e nel circondario lo smercio di fiumi di droga che proveniva dai Balcani. Inizialmente le persone coinvolte nell'operazione erano 71. A Pescara sono stati condannati 45 imputati per un totale di 312 anni di reclusione. A Vasto sono state giudicate 15 persone per lo più di nazionalità albanese, oltre che romeni e italiani.
L'operazione Ellenika è stata condotta dai carabinieri del Ros. Si concluse con il sequestro di due quintali di eroina e lo smantellamento di un vasto traffico internazionale di stupefacenti. Gli arresti alzarono il sipario su un modus operandi collaudato all'estero. Il filone di spaccio aveva varcato i confini nazionali. Le ordinanze di custodia cautelare vennero disposte dalla Procura distrettuale antimafia dell'Aquila per i reati di associazione a delinquere finalizzata al traffico internazionale di sostanze stupefacenti e trasferimento fraudolento di beni. Nel corso delle arringhe tenute lunedì e martedì gli avvocati Fiorenzo Cieri, Marisa Berarducci e Danilo Leva, facenti parte con altri colleghi arrivati da fuori regione del gruppo di difensori degli accusati, hanno puntato a smontare il castello accusatorio e ad alleggerire la posizione dei loro assistiti insistendo sull'inesistenza nel Vastese di una cellula albanese di una organizzazione di spaccio internazionale. Le arringhe hanno insistito sulla insussistenza dell'associazione non essendo ravvisabile a loro dire alcun sodalizio criminoso con gerarchie bel delineate ad operare nel territorio vastese. Ribadita anche la inutilizzabilità, a detta della difesa, delle intercettazioni. Passaggi che sono stati valutati attentamente dal tribunale e in gran parte accolti. «Ho avuto due assoluzioni. È un buon risultato», è stato il commento a caldo dell'avvocato Marisa Berarducci. «Il quadro accusatorio è stato notevolmente dimensionato. Ne trarremo spunto per il ricorso in appello», ha commentato l'avvocato Fiorenzo Cieri .
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