Tassa sui turisti, riparte lo scontro sindaco-ribelli  

I 5 consiglieri di Forza Italia e i 2 dell’Udc presentano un’interrogazione: «I soldi dell’imposta solo per gli Eventi scalini: il sindaco ci spieghi il motivo»

CHIETI. Si apre un nuovo scontro, in Comune, tra i ribelli del centrodestra e il sindaco Umberto Di Primio: il campo di battaglia è ancora la tassa sui turisti. Ieri mattina hanno presentato un’interrogazione i due consiglieri dell’Udc Mario De Lio e Roberto Melideo e il capogruppo di Forza Italia Marco D’Ingiullo, in rappresentanza anche dei colleghi di partito Emiliano Vitale, Maura Micomonaco, Stefano Maurizio Costa ed Elisabetta Fusilli. A fine agosto, gli assessori Carla Di Biase e Antonio Viola avevano annunciato che dall’imposta di soggiorno erano già arrivati 50mila euro, ovvero la cifra iscritta in bilancio. Da qui alla fine dell’anno, dunque, la previsione è di incassare ulteriori 30mila euro, «che saranno investiti nella promozione turistica e per le manifestazioni istituzionali». Ecco perché sarà possibile destinare 5mila euro in più agli Eventi scalini, la manifestazione in programma fino al 14 settembre, in aggiunta ai 10mila già concessi.
«Fino ad oggi», si legge nell’interrogazione, «il Comune non ha mai nascosto la grave situazione economica che gli ha impedito di organizzare, supportare e anche solo sovvenzionare qualsiasi manifestazione di carattere culturale. Oggi, dunque, nascono alcune perplessità e domande da parte dei rappresentati delle altre associazioni che, a vario titolo, hanno realizzato eventi senza il riconoscimento di alcun contributo o, in alternativa, hanno dovuto rinviare l’appuntamento per motivi di ordine logistico ed economico». E ancora: «La destinazione dei fondi agli Eventi scalini non è assolutamente in contestazione, ma ci si chiede se e come tale apporto economico doveva essere destinato in misura equa e proporzionale ad altre iniziative culturali inserite nel cartellone degli eventi. Parliamo di manifestazioni che hanno richiamato sempre molto pubblico e, tra l’altro, sono state inserite dalla stessa amministrazione comunale tra quelle istituzionali». E qui c’è l’affondo: «Il Comune, probabilmente già a conoscenza degli importi realizzati con i proventi della tassa di soggiorno e delle altre entrate inserite nei capitoli di spesa delle manifestazioni, avrebbe dovuto individuare i criteri e i requisiti per permettere a tutte le associazioni di avere accesso ai contributi». I ribelli parlano di «carenza organizzativa che, apparentemente, potrebbe figurare come una scelta discrezionale solo di alcuni amministratori». I 7 consiglieri, dunque, chiedono al sindaco e all’assessore Viola «di conoscere quali criteri siano stati utilizzati per finanziare alcune manifestazioni istituzionali e per escluderne altre».