Tollo, scoppia la guerra sui social: il sindaco condannato a pagare 

Radica impugna post e commenti. Citati per diffamazione il consigliere Leve e altri cinque cittadini  Per il giudice è solo critica politica: tra risarcimento e spese processuali dovrà sborsare 30mila euro

TOLLO. Il sindaco del Comune di Tollo Angelo Radica litiga su Facebook con un consigliere e con cinque cittadini, li cita in giudizio per diffamazione lamentando «offese e ingiurie», ma viene condannato a pagare circa 30mila euro tra risarcimento danni e spese processuali. Il giudice Diana Genovese del Tribunale di Chieti, sezione distaccata di Ortona, con la sentenza di primo grado di giovedì scorso ha escluso la diffamazione e fatto rientrare i post contestati dal primo cittadino sul famoso social network nella più ampia casistica del diritto di critica politica.
I fatti risalgono al marzo 2017, qualche mese dopo la rielezione a sindaco di Radica. L’avvocato del primo cittadino Sabina Zulli ha contestato all’ex vicesindaco e attuale consigliere comunale di minoranza Ettore Leve, che dal 2017 fa parte del gruppo consiliare “Articolo 1 per Tollo”, qualcosa come mille post in circa 4 anni. «Una serie di ingiustificati, sistematici, continuativi e offensivi attacchi personali», secondo l’accusa legati a un motivo politico ben preciso: la mancata riconferma dello stesso Leve alla carica di vicesindaco, che aveva già ricoperto dal 2012 al 2017 durante il primo mandato amministrativo di Radica. Ad essere stati contestati anche alcuni commenti scritti da cinque cittadini, Luciano Tatasciore, Antonio Di Giovine, Enrico Paolucci, Franco Settimio e Stefano La Barba, pubblicati a corredo dei post di Leve.
Tra gli appellativi attribuiti al sindaco Radica, citati nella sentenza, riportiamo: “ignorante”, “il noto bugiardo”, “psicotico”, “incapace”, “inadeguato”, “ladro e malfattore”, “malato mentale”, “scansafatiche”, “asino”, “dissociato mentale”, “immaturo”. Mentre, relativamente al suo operato di sindaco, a Radica è stato contestato di “estorcere denaro alla collettività”, “rubare soldi ai cittadini”, formare “una giunta che è illegittima”, “emettere un’ordinanza illegale per l’affidamento del servizio di igiene”. Leve, difeso dall’avvocato Filomena Mariani, a sua volta consigliera comunale della lista “Tollo rinasce”, sostiene invece di essersi «limitato solo a replicare a offese gratuite, derisioni e provocazioni» del sindaco che «diverse volte, sempre mediante post pubblicati su Facebook» si sarebbe rivolto a lui e agli altri «con l’aggettivo denigratorio di “straccapiazz” (scansafatiche, fannullone) e “cialtroni”».
Per il giudice i post e i commenti «non hanno alcun contenuto offensivo o denigratorio personale» ma rientrano nel diritto di critica politica. Ed è per questa ragione che ha condannato Radica a risarcire Luciano Tatasciore, difeso dall’avvocato Delia Verna, con 5.000 euro più altri 7.616 euro di spese processuali, e ha compensato integralmente le spese di lite tra Radica e Leve. Ma non è tutto: il primo cittadino di Tollo dovrà pagare altri 5.077 euro di spese processuali a favore di Antonio Di Giovine e del suo avvocato, Fabio Vincenzo Palermo; 6.600,10 euro per compensare Franco Settimio e Stefano La Barba, entrambi difesi dall’avvocato Massimiliano Matteucci; 5.077 euro di spese processuali in favore di Enrico Paolucci, difeso dall’avvocato Daniela Polidori.
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