Traffico di rifiuti, inchiesta da Lanciano all'Aquila

Alla procura distrettuale antimafia gli atti dell'inchiesta che nel febbraio 2010 portò ad otto arresti, per associazione a delinquere, falso, truffa, frode fiscale, su un presunto traffico di rifiuti pericolosi e speciali non trattati

LANCIANO. Passano alla procura distrettuale antimafia dell'Aquila gli atti relativi all'inchiesta Spiderman che nel febbraio 2010 portò ad otto arresti, per associazione a delinquere, falso, truffa, frode fiscale, su un presunto traffico di rifiuti pericolosi e speciali non trattati. La decisione oggi del gup di Lanciano Massimo Canosa che ha applicato la nuova norma che vede competente le procure distrettuali sui traffici illeciti dei rifiuti.

A conclusione dell'inchiesta della procura frentana il pm Rosaria Vecchi aveva chiesto il rinvio a giudizio per tutti i 22 indagati. I provvedimenti cautelari furono emessi a carico di Giorgio Nicola Di Florio, titolare dell'omonimo impianto di trattamento a Cerratina di Lanciano, Annalinda Di Paolo, titolare di Sistema 2000, il suo procacciatore d'affari Andrea Fassone e Vincenzo Cocca, titolare a Spoltore di uno laboratorio di analisi chimiche, Andrea Francesco Di Liberato,  Fiorentino Giangiordano, Antonio Anglano e Riccardo Di Mascio, ex vice comandante della Polizia Provinciale di Chieti.

Secondo l'accusa la vicenda Spiderman avrebbe prodotto un giro d'affari di 3 milioni di euro più 500 mila euro di ecotassa non versati alla Regione Abruzzo e 30 mila alla Puglia, dove i rifiuti non trattati, ma come tali falsamente attestati, sono finiti a Taranto.
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