Tribune dello stadio senza vie di fuga l’agibilità non arriva

Nuove grane per il Biondi: troppo piccolo il piazzale esterno in caso di sgombero forzato. Ieri sera la prova luci

LANCIANO. Ancora grane per lo stadio Biondi. E sempre nel lato più delicato dell’impianto: le tribune. A poche ore dal nuovo sopralluogo della Commissione provinciale pubblici spettacoli spunta l’ennesimo problema al settore tribune: non ci sarebbe abbastanza spazio nel piazzale antistante in caso di evacuazione forzata dello stadio.

Il problema dell’area di evacuazione delle tribune era già emerso nelle scorse settimane, ma si sta facendo più concreto in questi giorni. Non basterebbe dunque solo certificare e verificare il collaudo del nuovo ballatoio, ma bisogna trovare un’area abbastanza grande per contenere tutti i potenziali spettatori del settore, esattamente 1.756 persone (575 gli abbonati). L’unico piazzale a disposizione, che deve essere per normativa nelle immediate vicinanze di ogni area dello stadio, è quello delle televisioni, una zona che ha dovuto già subire diverse modifiche per ospitare all’interno dello stadio tutte le auto e i furgoni delle varie emittenti.

Per legge ogni spettatore deve avere almeno mezzo metro quadro di spazio. E il calcolo è presto fatto: sarebbero necessari almeno 900 metri quadri di area libera da impedimenti e ostacoli per ospitare i tifosi in caso di pericolo imminente. Nel Biondi, però, i metri quadri disponibili, tolto lo spazio occupato dalle tivù, sono si e no 400: troppo pochi per rispettare alla lettera la normativa sulla sicurezza.

Che fare? Spostare tutte le televisioni e i mezzi di supporto delle emittenti fuori dai cancelli del Biondi? Oppure sperare in una deroga, l’ennesima, per un utilizzo parziale del settore? Di certo ampliare lo stadio è fuori discussione. Prima di tutto per i tempi strettissimi delle esigenze calcistiche della Virtus, e poi per i costi e il tipo di lavori da affrontare. Probabilmente si dovrebbe perfino cambiare l’assetto urbanistico della zona visto che appena fuori dallo stadio c’è via Belvedere e poi solo campagne a strapiombo.

E la tensione sull’impianto non accenna a scemare. I lavori di adeguamento dello stadio comunale hanno assorbito le attenzioni di tutta l’amministrazione comunale in due mesi febbrili di lavori, ritardi, supervisioni e documenti da compilare. La corsa contro il tempo sembrava essersi parzialmente arrestata sabato scorso con la prima partita in casa della Virtus a tribune chiuse. E invece ci sono ancora nuovi esami da superare in un crescendo di norme, leggi e dispositivi che sembra infinito.

Ieri sera l’ultima prova tecnica dell’impianto. Fino a tarda ora sono state provate tutte le luci per la partita in notturna di martedì prossimo. E nei prossimi giorni è atteso il sopralluogo sulle tribune.

Daria De Laurentiis

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