Udc e Pdl insieme, tramonta il terzo polo

Siglata l'alleanza: i centristi convergono su Della Porta. Intanto il Pd scagiona Forte
VASTO. Tramonta definitivamente l'ipotesi del terzo polo e nasce l'alleanza Udc-Pdl. L'accordo è stato siglato l'altra notte: i centristi hanno deciso di convergere sul candidato sindaco scelto dal partito di Berlusconi, l'ex giudice Mario Della Porta. Intanto dal quartiere generale del Pd arrivano rassicurazioni sulla candidabilità del presidente del consiglio comunale, Giuseppe Forte.
Era stato Ivo Menna, candidato sindaco della lista civica «La nuova Terra» a mettere in discussione il nome di Forte, candidato alle primarie del partito democratico con il sindaco uscente Luciano Lapenna. Per l'ex portavoce dei Verdi «la candidatura del presidente del consiglio, che ha un procedimento penale pendente, viola lo statuto e il codice etico del partito democratico». Il riferimento è al «caso La Rana», una vicenda giudiziaria che vede Forte coinvolto, insieme al magistrato e ad altre persone, per il reato di favoreggiamento. Una condizione che per il Pd non rappresenta un ostacolo alla competizione elettorale.
«Non è candidabile chi ha avuto un provvedimento restrittivo o una sentenza di condanna in primo grado», precisa Camillo Di Giuseppe, nella doppia veste di commissario straordinario e segretario provinciale del Pd, «se il partito propendesse per una interpretazione restrittiva, includendo fra i motivi di incandidabiità la presenza di un procedimento penale pendente, sarebbe un'ecatombe». Intanto l'Udc ha rotto finalmente gli indugi, e di fronte alla possibilità di correre da solo, dare vita al terzo polo con Api, Fli e Mpa o di stringere un'alleanza con il Pdl ha preferito quest'ultima ipotesi.
L'ufficializzazione dell'accordo sul nome del candidato sindaco è in programma questa mattina. Interverranno il candidato sindaco Della Porta, Antonio Menna (capogruppo regionale dell'Udc), il presidente della Provincia, Enrico Di Giuseppantonio, che è anche coordinatore regionale dell'Udc, e il coordinatore provinciale Angelo Cellini. E mentre i centristi si accingono a rendere pubblica la loro scelta, fatta tenendo in considerazione gli equilibri in Provincia, il movimento civico «Alleanza per Vasto» parla del presidente emerito della Corte d'appello dell'Aquila come di un candidato «espressione della casta». «Il Pdl per impedire il ricambio della classe politica si affida ad una brava persona di 76 anni, che ha svolto ruoli lontani dalla fatica quotidiana della politica e dall'amministrazione di una città complessa e in espansione come Vasto», è l'analisi del coordinatore cittadino, Davide D'Alessandro, «come se non bastasse risulta un corpo estraneo alla città, senza alcuna conoscenza dei problemi. Si rimproverava a Lapenna di non essere di Vasto, ma lui a Vasto opera e risiede da trent'anni». Secondo D'Alessandro «a guidare il Comune deve andare un uomo del popolo, non una persona espressione della casta, nominato al ristorante tra caviale e champagne».
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