Videosorveglianza, ridotte le telecamere a Vasto

Le zone a rischio in città passano da 81 a 24, ma arrivano 57 rilevatori delle targhe auto

VASTO. Non più 81, ma solo 24 telecamere puntate sulla città. E' quanto prevede il carteggio relativo al progetto di videosorvelgianza consegnato dalla giunta comunale ai consiglieri di maggioranza. Su ottantuno punti considerati "sensibili" in città, solo in 24 verrebbero sistemate delle postazioni fisse con telecamere accese 24 ore su 24. «Dal computo metrico dell'ingegnere Paolo Gustuti emerge che in altri 57 punti della città verrebbero sistemati solo dei dispositivi per il rilevamento delle targhe dei veicoli in transito», rivela Marco Di Michele Marisi, esponente del Pdl.

In città i furti si moltiplicano. Neanche il freddo e la neve sono riusciti a fermare i ladri. Da contrada Incoronata a Sant'Antonio Abate tanti gli automobilisti che hanno trovato le auto forzate. Lo stesso è accaduto a San Salvo. I carabinieri hanno anche colto sul fatto un giovane romeno.

Il territorio continua a chiedere maggiore protezione. A Casalbordino e Pollutri è partito l'iter per l'attivazione della videosorveglianza. A Vasto si continua a discutere. «Non solo. Dopo mesi di annunci e promesse adesso si scopre che anziché 81, le telecamere saranno solo 24», protesta Marco Di Michele Marisi.

«E' assurdo accendere un mutuo da 800 mila euro per attivare, semmai il Comune dovesse decidersi a farlo, solo 24 telecamere. Un territorio comunale di 70 chilometri quadrati come può essere protetto da 24 obiettivi. Sarebbe più vantaggioso a questo punto concedere dei contributi ai commercianti intenzionati a proteggere le proprie attività con la videosorveglianza», sostiene l'esponente del centrodestra.

Una proposta che in realtà il presidente provinciale di Confocommercio, Angelo Allegrino, ha già fatto al sindaco. «L'importante è decidersi a fare qualcosa», chiedono i cittadini.

Le 24 postazioni fisse dovrebbero essere sistemate nelle vicinanze degli istituti di credito, market, uffici postali, vicino ai monumenti dell'antico borgo e nelle piazzette spesso teatro di violente sequenze e atti di teppismo.

Altrove saranno sistemati 57 dispositivi di rilevamento targhe che in caso di rapina dovrebbero aiutare gli investigatori a identificare i veicoli in transito fino alla velocità di 150 chilometri orari.

Inutile dire che le rivelazioni di Marisi hanno sollevato nuove polemiche. «Chiedo al prefetto di convocare il sindaco Luciano Lapenna e pretendere da lui il rispetto dell'accordo stipulato cinque anni fa: la protezione della città con sufficenti impianti di videosorveglianza», incalza Riccardo Alinovi, dell'associazione Codici. «Siamo pronti a collaborare col Comune. L'importante è realizzare una rete di protezione», fanno sapere i commercianti di piazza Rossetti e via Cavour confidando nell'avvio dell'agognato progetto.

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