Visita lampo di Marchionne alla festa della Sevel

L'amministratore delegato Fiat in fabbrica per un'ora operai e familiari a pranzo con pasta, porchetta e birra

ATESSA. E' arrivato a sorpresa anche Sergio Marchionne, amministratore delegato Fiat e neo presidente Chrysler, alla festa per i 30 anni della Sevel, lo stabilimento più grande d'Abruzzo e anche d'Europa per la categoria dei veicoli commerciali leggeri. L'ad è atterrato in elicottero alle 9 senza avvisare la stampa che era attesa per le 12,30. Una toccata e fuga prima di andare al Gran Premio di Monza, lo stesso che centinaia di dipendenti, invece, hanno guardato dal maxi schermo allestito all'esterno dei padiglioni.

Marchionne, rilassato, polo rigorosamente scura a maniche corte, ha stretto mani e firmato autografi. Nessuna dichiarazione specifica sul destino industriale della fabbrica che traina l'Abruzzo nemmeno con il presidente della Provincia, Enrico Di Giuseppantonio (Udc) che è accorso a salutarlo prima che volasse di nuovo via.

E il "paese" da 6mila dipendenti e decine di fabbriche satellite ha continuato la sua festa indisturbato. Migliaia gli operai con amici, mogli, figli e fidanzate al seguito accorsi in un'afosa giornata per sentirsi parte di un marchio che è anche una famiglia e che è forse l'unica speranza in un Abruzzo che stenta a ripartire.

E la "valle della morte" di 30 anni fa, quando nel 1981 hanno cominciato a mulinare le prime linee di montaggio, si è trasformata in un paese in festa. Trentacinque quintali di porchetta e 20 di pasta, bevande, gelati e birra per 25mila persone, tutte contrassegnate dagli stessi pass, dai buoni pasto e dai gadget che fanno sentire parte di una squadra e rendono esclusivi e fanno diventare ciceroni chi in fabbrica ci passa le ore e per un giorno mostra al figlio la propria postazione, fiero e felice, perché «è festa, e perché si lavora».

«Questa è una delle fabbriche migliori d'Abruzzo», dice Sandro Di Pietro, 23 anni in Sevel, «la qualità è migliorata, si va come un treno, non ci fermiamo». «Sono da 39 anni in Fiat», annuncia Pasquale Melito, venuto nell'83 da Torino e consigliere dei Seniores Fiat, «c'è voglia di festeggiare perché c'è lavoro e si continua ad assumere». Massimo Caporale, 39 anni, in Sevel dal'94 a Marchionne avrebbe stretto la mano: «Gli avrei ricordato che è abruzzese e di continuare ad investire qui. Per il lavoro i sacrifici si fanno». Adesso di soldi non si parla, di premio di risultato si discute oggi con i sindacati: è la festa di 30 anni di lavoro, e speriamo che duri.

© RIPRODUZIONE RISERVATA