Comunicato Stampa: Presentata la nuova stagione 2025/2026 della Fondazione Teatro Stabile del Veneto – Teatro Nazionale

(Arv) Venezia 17 giu. 2025- A palazzo Ferro Fini, è stata presentata la nuova stagione del Teatro Stabile del Veneto- Teatro Nazionale: un cartellone di 80 spettacoli, di cui 37 in abbonamento (12 a Venezia, 12 a Treviso e 13 a Padova), 350 giornate di spettacolo dal vivo, pensato per intercettare un pubblico sempre più vasto, seguendo la linea maestra che mette al centro gli attori e la parola degli autori. Tredici gli spettacoli prodotti e co-prodotti: tra testi classici, riscritture e nuove drammaturgie, si contraddistinguono per la scelta di offrire nuove chiavi di lettura a capolavori del teatro, riscritti da autori di oggi con spiccate sensibilità contemporanee.
Senza dimenticare la crescente apertura all’Europa anche da parte dell’Accademia Teatrale Carlo Goldoni, il consolidamento del rapporto con le istituzioni locali e il territorio a cui sono dedicati sempre nuovi progetti, una maggiore attenzione ai temi dell’inclusione e della sostenibilità.
Questo, in continuità con quanto fatto in passato: i risultati dell’ultimo triennio rappresentano infatti un trampolino di lancio per questa nuova partenza: dal 2022, in tre anni, il Teatro Stabile del Veneto ha aumentato del 21% le sue alzate di sipario. Solo nel 2024, sono state 553 le giornate di spettacolo nelle sue sedi, di cui 256 a Padova, 156 a Treviso e 141 a Venezia. A queste si aggiungono ulteriori 106 recite fuori dal Veneto per produzioni e coproduzioni esecutive. Il dato quindi porta a complessive 659 giornate di spettacolo prodotte e programmate dal Teatro Stabile del Veneto. Si è registrata un’importante crescita anche per il dato relativo alle presenze del pubblico, che è aumentato nel corso del triennio del 56%, superando nel 2024 le 175 mila presenze. L’incremento delle attività e i risultati da record delle ultime due campagne abbonamenti, 5274 per la Stagione 23/24, e 5290 per quella 24/25, hanno fatto sì che il Teatro Stabile del Veneto nel 2024 superasse i 2,6 milioni di incassi per vendite di biglietti e abbonamenti, record degli ultimi dieci anni, e registrando un’inversione di tendenza rispetto al canale di vendita a favore dell’online, che oggi rappresenta il 64% del totale grazie agli importanti investimenti nel campo della digitalizzazione e con forti margini ancora di crescita.
Portare nel presente i grandi autori del passato e rendere classici i testi contemporanei sono le due direzioni seguite nell’individuazione delle proposte che caratterizzeranno i cartelloni dei tre principali teatri dello Stabile del Veneto: Padova, Treviso e Venezia.
Per il Teatro Stabile del Veneto è importante la relazione con il territorio e con i giovani artisti, nonché investire in valori quali la sostenibilità e l’inclusività. Perché il teatro è un mezzo di resistenza contro l’alienazione e l'individualismo, che restituisce valore alla comunità. Un luogo accessibile a tutti, sia nel linguaggio, sia nei contenuti. Così, il Teatro Stabile del Veneto conferma anche per la stagione 2025/26 una selezione di spettacoli accessibili al pubblico di sordi e ciechi, con servizi di audiodescrizione, sottotitoli, tour tattili, traduzioni LIS e l’utilizzo di dispositivi come smart glasses e cuffie, oltre alle visite guidate inclusive, adattate alle esigenze di persone con disabilità visive, uditive o motorie.
Il presidente del Consiglio regionale del Veneto,Roberto Ciambetti, nel portare i saluti istituzionali ha sottolineato come il presidente Giampiero Beltotto abbia fatto fare al Teatro Stabile del Veneto “un cambio di passo, coniugando qualità e quantità dell’offerta”.
“Secondo i dati dell’Osservatorio dei consumi culturali degli italiani, curato da SWG, per conto di Impresa Cultura Italia-Confcommercio – ha aggiunto Ciambetti - si sta assistendo a un recupero del settore culturale nel nostro Paese, ma non si è ancora riusciti a raggiungere i livelli del 2019. I numeri dei concerti dal vivo e degli spettacoli teatrali (che segnano un numero di presenze del 18% a fronte del 10% del 2019) sono tuttavia in crescita. Questi dati fanno il paio con quelli con cui il Teatro Stabile del Veneto ha chiuso il 2024. Gli incassi da botteghino hanno superato i 2 milioni e centomila euro (+ 30% sul 2023), le presenze nei teatri di Padova, Venezia e Treviso sono state oltre 175 mila. Incrementate anche le alzate di sipario, oltre 550 (+12%), che hanno fatto salire il numero di artisti e tecnici scritturati, oltre 300, per più di 700 contratti sottoscritti, e di fornitori. Sono stati siglati, inoltre, gli accordi con i Comuni di Vicenza e Verona che porteranno nei prossimi anni altre produzioni ad hoc”.
L’assessore regionaleCristiano Corazzariha affermato che “nel corso degli anni, è stato fatto un lavoro importante che ha prodotto risultati più che soddisfacenti: il Teatro Stabile del Veneto ha recuperato un ruolo, numeri e centralità. Sono cresciuti gli spettatori, il numero di abbonati, di rappresentazioni, sono aumentate, in modo capillare nella nostra regione, le collaborazioni con appartenenti al mondo della cultura. Tuttavia, la sfida continua: deve essere innanzitutto riconfermato il ruolo di Teatro nazionale. Grande attenzione va rivolta alle nuove generazioni, anche individuando forme innovative di comunicazione, senza però dimenticare la nostra radice identitaria. Va altresì rafforzato il ruolo del Teatro quale connettore e costruttore di rapporti, di reti, coinvolgendo i territori, per un’offerta di ampio respiro regionale, nazionale e internazionale. Il Teatro Stabile del Veneto, in questi anni, ha dimostrato grande efficienza, sapendo fare molto con poco; un vero e proprio esempio di efficienza veneta a livello nazionale, con l’ottimizzazione delle risorse disponibili”.
Per il presidente del Teatro Stabile del Veneto,Giampiero Beltotto, “il Teatro va pensato come una grande casa, in cui quelli che vogliono soddisfare la propria curiosità si trovano bene. Oggi il Veneto è sempre più una piazza ambita, grazie alla validità delle nostre idee, senza interferenze da parte della politica. E il prossimo triennio lo ascriviamo al titolo: ‘Veneto capitale del teatro diffuso’. Vogliamo mettere assieme la solidarietà di tante realtà locali, non solo comuni. Nella nostra programmazione c’è un filo che unisce le idee, le culture, il dialogo. Non ci sono culture prevalenti, ma culture in dialogo tra loro. Questo Teatro può diventare sempre di più la Casa di tutte le culture. Uno dei passaggi fondamentali sarà saper ragionare non più in termini solo comunali, o regionali, piuttosto che nazionali, ma globali: il Teatro è la prima forma, dopo il linguaggio, con cui l’uomo ha preso casa e ciò accade ovunque nel mondo. Il padrone è il popolo che compra il biglietto ed entra all’interno di un teatro. Insieme, costruiamo la casa che cresce come cresce lo spirito e la cultura che noi rappresentiamo. Voglio in particolare ringraziare Giuliana De Sio, grande dama del palcoscenico, che oggi ci onora della sua presenza, e gli sponsor. Vi consegniamo un Teatro in piena salute”.
Il Direttore ArtisticoFilippo Diniha presentato il Cartellone della stagione 2025/26, ‘Ogni storia ha il suo inizio’, e il prossimo triennio.
“È il momento più bello dell’anno – ha confidato Dini - perché presentiamo tutto ciò che abbiamo cercato di mettere assieme, il frutto della nostra fantasia. È l’inizio del viaggio che ci accompagnerà nel prossimo triennio. Sull’errore si fonda la coscienza dell’essere umano: come Teatro, abbiamo cercato di raccontare con ironia il percorso scaturito da una tentazione, da un errore, quello più grande dell’umanità, che ci ha caratterizzato tutti, nel bene e nel male. Da qui, il simbolo scelto per presentare la stagione 2025/26: una mela rossa, fatta da un serpente avviluppato, in cui c’è ironia e colore. Vogliamo regalare agli spettatori un momento di gioia pur nella drammaticità dell’offerta”.
Giuliana De Sioche, con la regia di Filippo Dini, ha messo in scena lo spettacolo ‘Il Gabbiano’, ha spiegato che si tratta di “un viaggio nel territorio dei classici. In 50 anni di teatro, i classici li ho fatti tutti al cinema o alla televisione e forse è arrivato il momento di cimentarmi sul palcoscenico, in un progetto difficile ma affascinante. Cerco di raccontare quello che il personaggio non dice, mettendo un po’ di comico nel tragico e un po’ di tragico nel comico”.
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