1917, Sam Mendez  e la Grande guerra di due ragazzi 

Arriva la pellicola carica di 10 candidature all’Oscar Mastandrea e Cortellesi per il tragicomico Figli

Vincitore di due Golden Globe, miglior film drammatico e miglior regia, e carico di 10 nomination ai Premi Oscar (tra cui miglior film, regia, sceneggiatura, fotografia, scenografia), arriva oggi nelle sale il bellico 1917, ottavo titolo di Sam Mendes.
Il 54enne regista britannico, Oscar 21 anni fa con l’opera prima “American Beauty”, ha dichiarato di essersi ispirato alle storie raccontategli da suo nonno Alfred, a 19 anni soldato nella Grande Guerra, al quale “1917” è dedicato, per immaginare la missione impossibile di due soldatini inglesi sul fronte occidentale. Mendes ha scritto la sceneggaitura con Krysty Wilson-Cairns. Il 6 aprile 1917, all’apice della Prima Guerra mondiale, due giovani caporali stanziati nel nord della Francia, William Schofield (George MacKay) e Tom Blake (Dean-Charles Chapman), vengono incaricati dal generale Erinmore (Colin Firth) di raggiungere il Secondo battaglione Devon, comandato dal colonnello Mackenzie (Benedict Cumberbatch). Il Devon sta per sferrare un attacco che lo farebbe cadere nella trappola dell’esercito tedesco, solo apparentemente ritiratosi oltre la Linea Hindenburg ma in realtà pronto all’imboscata.
Per consegnare il dispaccio e salvare le vite di oltre 1600 commilitoni, tra cui il fratello tenente di Blake (Richard Madden), i due soldati si lanciano in una corsa contro il tempo (hanno solo otto ore per raggiungere il Devon), avventurandosi tra mille pericoli nella terra di nessuno, tra granate, trincee abbandonate dal nemico, cavalli di Frisia, cortine di reticolato, abitati distrutti e in fiamme, crateri delle esplosioni, fango, rovine, topi, cadaveri di uomini e carcasse putrefatte di animali.
Per immergere lo spettatore nell’atmosfera del film e nella missione disperata dei due soldati, la regia virtuosistica di Mendes ha incollato la macchina da presa ai protagonisti e utilizzato il dispositivo del piano sequenza, vale a dire una lunga inquadratura senza (apparenti) stacchi di montaggio, per far coincidere il più possibile il tempo della storia e il tempo del racconto. Le due ore circa di “1917” sembrano costituite da due soli piani sequenza, ma in realtà le inquadrature sono di più, con gli stacchi abilmente dissimulati (come fece Hitchcock in “Rope - Nodo alla gola”). Il film è stato girato da Mendes e il direttore della fotografia Roger Deakins in diversi piani sequenza, e poi montato per sembrare un unico ininterrotto long take.
Italiano l’altro titolo molto atteso tra le poche novità cinematografiche (appena 5) di questo giovedì. In sala la commedia Figli, interpretata da Paola Cortellesi e Valerio Mastandrea e diretta Giuseppe Bonito, già autore del gioiellino “Pulce non c’è”. La sceneggiatura è di Mattia Torre, morto 47enne in estate per un tumore, autore e regista della serie comica “Boris” e de “La linea verticale” interpretata da Mastandrea. In “Figli”, ultima sceneggiatura di Torre (sviluppata dal suo monologo “I figli ti invecchiano” recitato da Mastandrea in tv nel programma “E poi c’è Cattelan”) viene messo in scena il cataclisma causato nella maggior parte delle coppie dall’arrivo del secondo figlio. I protagonisti Sara e Nicola sono sposati e ancora innamorati, hanno una bambina di 6 anni, Anna (Matilde Zanchini), e una vita all’apparenza felice.
L’arrivo del secondo figlio sconvolge però gli equilibri familiari, con situazioni tragicomiche. Nonni presi dai loro interessi riluttanti a occuparsi dei nipotini, amici nevrastenici, baby-sitter inaffidabili non saranno di aiuto. Nel cast Stefano Fresi, Paolo Calabresi, Valerio Aprea, Gianfelice Imparato, Andrea Sartoretti.
Per i piccoli ecco il cartone Tappo - Cucciolo in un mare di guai di Kevin Johnson .Tappo è il cagnolino di un'anziana signora, che lo tratta come un principe. Quando la padrona muore il cucciolo viene gettato in strada dagli insensibili nipoti della signora, interessati solo all’eredità. Abituato agli agi, Tappo dovrà imparare a cavarsela, grazie anche all’ amicizia di Zoe, una ragazza sola che consegna pizze ma sogna di fare la cantante.
La ricerca della propria identità di genere nell’opera seconda della britannica Rebekah Fortune Just Charlie - Diventa chi sei. Il 14enne Charlie (Harry Gilby), talento del calcio, riceve l’offerta di un ingaggio da sogno dal Manchester City, per la gioia di familiari, amici, allenatore. Ma l’adolescente si sente felice solo quando, di nascosto, si veste da ragazza. Dentro di sé Charlie vive il contrasto tra il desiderio di compiacere le ambizioni paterne e il bisogno di affermare la propria identità. Il suo desiderio di vivere liberamente il proprio corpo entrerà in conflitto con quello che gli altri si aspettano.
Esce anche la docu-fiction Il Drago di Romagna di Gerardo Lamattina: come il Mah Jong, antichissimo gioco cinese da tavolo, si è diffuso fino a diventare uno dei giochi più praticati nei bar e circoli emiliani.
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