Esposimetro per la fotografia a “Pinocchio” 

I riconoscimenti dedicati al maestro della luce teramano a Brüel per il film di Garrone e a Sereda per “La ragazza d’autunno”

TERAMO. Con gli Esposimetri d’oro assegnati a Nicolaj Brüel per il “Pinocchio”di Matteo Garrone e a Kseniya Sereda per “La ragazza d’autunno” di Kantemir Balagov si completa il quadro dei riconoscimenti assegnati dal 25° Premio internazionale Gianni Di Venanzo per la fotografia cinematografica.
La giuria ha scelto il danese Brüel come miglior autore della fotografia di un film italiano della passata stagione e, per il film straniero, la giovane autrice russa Sereda. La manifestazione ideata e organizzata dall’associazione culturale Teramo Nostra vedrà la consegna di tutti i premi nella cerimonia conclusiva di sabato 10 ottobre al teatro Comunale di Teramo, città natale di Gianni Di Venanzo (1920-1966), maestro della luce per Antonioni, Fellini, Rosi, Monicelli, sette volte Nastro d’argento, del quale ricorre il centenario della nascita.
Il 10 ottobre saranno consegnati anche gli altri due Esposimetri d’oro: a Sergio D’Offizi il riconoscimento alla carriera e ai familiari di Ennio Guarnieri il premio alla memoria. Ha confermato la sua presenza alla cerimonia Nicolaj Brüel, che per Garrone aveva già curato la fotografia di “Dogman”, premiata col David Di Donatello, mentre non potrà giungere a Teramo dalla Russia Kseniya Sereda a causa delle restrizioni anti-Covid. L’Esposimetro a Brüel è stato assegnato dalla giuria del Premio Di Venanzo con questa motivazione: «Per aver creato l’atmosfera più adatta al bestiario fantastico di Garrone nel “Pinocchio”». L’Esposimetro a Sereda per “La ragazza d’autunno” di Balagov è stato deciso «per la pasta espressionista di un colore che trasuda sensualità senza cadere nel facile erotismo».
Nicolaj Brüel (Copenaghen, 1965), figlio d’arte del direttore della fotografia Dirk Brüel, è entrato nei dettagli tecnici per spiegare il suo lavoro nell’oscurità nel film di Garrone: «La scelta degli obiettivi Anamorphic / i SF mi ha aiutato a mettere il cuore nell’oscurità. La storia è ambientata in un ambiente molto povero e Geppetto ritaglia Pinocchio dalla povertà: vuole un figlio ma ha anche bisogno di mettere del cibo sulla sua tavola. Adoro il modo in cui queste lenti ritraggono la pelle umana. Sento che mi aiutano a portare via quella sensazione sterile che puoi ottenere con l’acquisizione digitale. Ho anche aggiunto un po’ di diffusione in più per un look ancora più romantico». Kseniya Sereda (Mosca, 1994), dopo la laurea al Gerasimov Institute of Cinematography ed esperienze in diverse produzioni si è imposta all’attenzione proprio con “La ragazza d’autunno”, premio alla regia per Balagov un anno fa a Cannes - Un Certain Regard.
Ambientato nel 1945 nella dura Leningrado post assedio, il film ha per protagonista la giovane Ija, che tenta di sopravvivere alle ristrettezze lavorando come infermiera, prendendosi anche cura di Paška, figlio dell’amica Maša partita volontaria per il fronte. «La fotografia di Sereda tinteggia tutta la pellicola nei toni dell’ocra e del verde», commenta il critico Stefano Masi, presidente della giuria del Di Venanzo. «In particolare, questo secondo colore assume un significato molto pregnante all’interno della storia, sottolineando i momenti in cui i personaggi intravedono nel futuro una possibilità di riscatto».
Le targhe speciali per la fotografia della fiction televisiva e il programma completo del 25° Premio Di Venanzo saranno presentati domani dai vertici di Teramo Nostra, il presidente Piero Chiarini e il direttore artistico Sandro Melarangelo.