Francesca Neri si racconta:  i successi, la caduta, la rinascita 

In libreria dal 5 ottobre per Rizzoli “Come carne viva”, autobiografia dell’attrice: «Sono una persona nuova e stranamente più che mai sono la persona di prima» 

Il corpo parla, racconta, non dimentica. Le emozioni si fanno carne, le riflessioni si tramutano in segni e le storie lasciano cicatrici. In un’autobiografia coraggiosa e inaspettata, “Come carne viva”, in uscita il 5 ottobre per Rizzoli, Francesca Neri si mette a nudo, mostrando il suo lato più intimo e sconosciuto al pubblico. «Sono una persona nuova, e stranamente più che mai sono la persona di prima – prima di tutto, prima della malattia, prima dei lutti, prima della maternità, prima della passione, prima del cinema, nuda e cruda, appena data alla luce», scrive.
Attrice e produttrice cinematografica, nella sua carriera Francesca Neri ha lavorato con i più grandi registi italiani e stranieri. “Come carne viva” racconta i successi e le cadute dell’attrice sposata con Claudio Amendola che, nel corso del 2015, ha scoperto di soffrire di una malattia cronica. L’evento ha allontanato Neri dal mondo dello spettacolo e della politica, ma ancora oggi non si sa con esattezza che tipo di malattia abbia avuto, anche perché, per motivi di privacy, non ne ha mai parlato pubblicamente.
Francesca, ragazza ipersensibile e avventurosa, appena può scappa da Trento e dalla claustrofobica vita di provincia per trasferirsi a Roma. Qui, mentre la sua famiglia la immaginava avvocato, studia cinema, scopre di essere una brava attrice, e raggiunge il successo. Inizia così una corsa a perdifiato verso il prossimo film, il prossimo premio, la prossima sfida, il prossimo red carpet. A fermare tutto ci pensa il suo corpo, quello stesso corpo idolatrato da registi e da migliaia di spettatori. Una malattia cronica e invalidante la costringe a fermarsi per alcuni anni e restare chiusa dentro una stanza di casa sua. Una chiusura fisica ed emotiva che la obbliga a riconoscere il suo lato oscuro. È tramite il corpo che le emozioni parlano, i riflessi sulla carne si convertono in segni e le storie lasciano cicatrici. Attraverso un viaggio attorno e dentro il suo corpo Francesca parla, racconta, non dimentica. E decide di scrivere di sé. Ogni organo, ogni osso, ogni fazzoletto di pelle è collegato a una delle esperienze che l’hanno resa la persona che è oggi.
L'infanzia quasi felice, l’irriducibile distanza dalla madre, che ha scambiato la sua ipersensibilità per follia. Il trasferimento a Roma e la scoperta di un altro mondo e un’altra sé. Le collaborazioni con i più grandi registi e i film che hanno fatto la storia. L’amore romantico, che nutre e ferisce, l’amore materno e totalizzante per il figlio, l’amore per la famiglia che ci si sceglie. E poi la malattia: le urla silenziose di un corpo che ha bisogno di essere ascoltato, di un’anima che necessita di essere capita, che reclama del tempo.
E poi finalmente la rinascita, dalla quale Francesca esce come una donna libera: libera dal bisogno di dimostrare nulla ad alcuno, libera dalla necessità di compiacere tutti, libera e disposta a diventare davvero se stessa. L'ultima volta che il pubblico ha potuto vedere Francesca Neri davanti alla cinepresa è stata sei anni fa, nel film “La nostra quarantena” del regista sardo Peter Marcias.
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