il libro

I sette termini dell'amore tra poesia e giustizia

Presentato alla Felitrinelli di Pescara il diario a quattro mani scritto da Davide Rondoni e Federica D'Amato

PESCARA. Un dibattito sull'amore giusto e ingiusto. Un dialogo tra due autori diversi e con 20 anni di differenza l'uno dall'altro. Un colloquio che nasce dagli incontri di lavoro tra i due in tutta Italia ed è poi diventato un libro ironico e cattivo che discerne di un tema tanto alto quanto comune alla vita di ogni essere umano. "I termini dell'amore" (cartacantaeditore), scritto da Davide Rondoni e dalla pescarese Federica D'Amato, è stato presentato alla Feltrinelli di Pescara. Si è parlato d'amore tanto nella vita di tutti i giorni, quanto nella letteratura. Si è discusso di sentimenti, morale e amicizia trattati, come del resto nel libro, tanto con gentilezza quanto con profondità, in modo dissacrante ma appassionato.

Tutto parte da un'amicizia, quella tra Federica e Davide, e da un libro di quest'ultimo "L'amore non è giusto". Un testo che stuzzica la curiosità della scrittrice pescarese. Una curiosità difficile da soddisfare, ma tanto stimolante da far scattare in Federica due idee: prima quella di registrare i loro incontri, poi di trasformare in libro i dialoghi con l'amico. "Per me è stata una scoperta e una fatica", ha spiegato Davide Rondoni. "I nostri dialoghi sono stati un'occasione per capire e approfondire. Un dibattito intenso, spesso duro per le posizioni e le idee diverse che abbiamo sull'amore. Un batti e ribatti reso complesso dal fatto che Federica vuole sempre l'ultima parola". Non a caso il botta e risposta in cui si sviluppano i capitoli termina sempre con una considerazione della pescarese.

Tutto ruota intorno a quelle che per i due autori sono le "parole luminose dell'amore": gioia, grazia, bellezza, sorriso, passione, ricordo e fine. Sette termini ognuno al centro di un incontro e, dunque, di un capitolo del libro. Sette batti e ribatti  che corrispondono a sette momenti dell'amore. Così "I termini dell'amore" diventa un viaggio tematico, un percorso di pensieri imprevedibili con cui i due autori analizzano la poesia di una, cento, mille storie d'amore.

Un tema che, visto da due persone che della poesia e della scrittura hanno fatto un lavoro, assume un significato e sfumature sorprendenti. "Nel libro sono io la cattiva, io che interpreto la parte di quella che rende tutto pesante", ha ammesso D'Amato incalzata dal moderatore della presentazione il direttore del Centro Mauro Tedeschini. "Sono io la disillusa. Sono io la malinconica. Nei nostri dialoghi la differenza generazionale tra noi si inverte. E lui che, quasi con tenerezza, tenta di cerca di farmi vedere più il bello che il difficile dell'amore".

Nulla dunque di convenzionale o scontato come del resto è "I termini dell'amore", un libro capace di far pensare all'amore stimolando nel lettore tanto consensi quanto obiezioni e che è stato capace di insegnare qualcosa anche ai due autori: "L'amore non può essere interessante se è funzionale solo al raggiungimento di un bisogno", chiosa Rondoni riassumendo il viaggi suo e di Federica "nell'unica cosa più ingiusta della nostra esistenza".

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