Marco Papa a “Storie”: la mia ragazza morì a 16 anni mi sono salvato con le risate

C’è il dramma di una morte arrivata troppo presto dietro i primi passi della carriera di Marco Papa, comico, attore e doppiatore. Un lutto che piomba all’improvviso sulla vita spensierata di un...

C’è il dramma di una morte arrivata troppo presto dietro i primi passi della carriera di Marco Papa, comico, attore e doppiatore. Un lutto che piomba all’improvviso sulla vita spensierata di un ragazzo e ne cambia il corso. «Il comico è il tragico visto di spalle», ricorda Papa, «io mi emoziono tantissimo, piango e ho la lacrima facile». Marco Papa, uno che si permette il lusso di far dire a Brad Pitt, a Leonardo Di Caprio e a Jack Nickolson tutto quello che gli passa per la testa, è il protagonista di un’altra puntata di “Storie - Le Emozioni della Vita”, il programma di Rete 8 in collaborazione con il Centro che va in onda questa sera dalle 21 (repliche il mercoledì a mezzanotte; sabato alle 22; martedì alle 13.30) per la regia di Antonio D’Ottavio. «Far ridere la gente è la cosa più difficile del mondo», rivela Papa, che ha recitato anche in “Troppa famiglia”, l’ultimo film del regista abruzzese Pierluigi Di Lallo insieme a Ricky Memphis e Antonello Fassari. La prossima sfida? «Voglio fare un ruolo drammatico e saprei farlo», è l’appello di Papa, «ma chissà se sarei credibile».
L’AMORE DELLA VITA Nella storia di Papa c’è un prima e c’è un dopo quell’amore. «Il primo amore, all’epoca avevo 16 anni, e mi ha cambiato la vita. Perché? Quella ragazza si ammalò e, poi, scomparve. Questa», racconta Papa, «è stata la ragione principale per cui ho buttato dietro le spalle tutto il brutto e ho cominciato a fare il cabaret». Far ridere gli altri come una risposta alle avversità della vita. In quegli anni, Papa era anche un giocatore di pallanuoto, autore dell’impresa di vincere il campionato di serie B e conquistare la serie A insieme a un giocatore del calibro di Eraldo Pizzo. «Per la promozione in serie A presi 150mila lire, mi sembravano tantissimi ma niente in confronto ai calciatori. Ma in quel momento non avevo più la testa per fare l’atleta e l’allenatore Geppino D’Altrui mi tolse dalla squadra». Ecco che lo spettacolo diventa improvvisamente la ragione di vita.
QUASI DOC Lungo la strada della vita, Papa aveva iniziato anche gli studi per diventare un medico, ma poi il richiamo dello spettacolo si è rivelato più forte della vocazione. «Dottor Papa, suona bene. Se non avessi lasciato gli studi forse avrei fatto il cardiologo». Con Vincenzo Olivieri e Tiziana Di Tonno, ha formato un trio imbattibile; poi le pubblicità e i film doppiati con battute esilaranti: “Codice d’onore”, “Troy” e “Bastardi senza gloria”. «Gli ultimi 15 minuti di “Codice d’onore” sono stati il primo doppiaggio, lì ho doppiato solo Jack Nicholson e l’avvocato». Clamorosa la scena in cui Jack Nicholson si alza dall’aula del tribunale per andare, con la moglie, a comprare la mortadella in offerta a Auchan. «Un guerrafondaio che prende ordini dalla moglie». E i prossimi film da reinventare? «Ce ne sono tanti. Quando inizio il doppiaggio di un film mi vengono sempre tante idee ma spero sia Rambo, una commistione di tutti e 5 i Rambo».
ACHILLE IL LANCIANESE Uno dei personaggi più riusciti è l’Achille di Brad Pitt declinato in lancianese: «Il lancianese è un po’ strafottente, quella voce gli sta a pennello». Marco Papa è il teorico della “scht” all’abruzzese: «Dopo anni di radio con Vincenzo Olivieri a prendere in giro noi abruzzesi con questa parlata rafforzata, la “scht” è naturale. Così è nato “Baschtardi senza gloria”: qui non dici sei un bastardo ma si’ nu baschartd».