Morta Shire Hite, ruppe gli schemi della sessualità 

Autrice dell’omonimo celebre “Rapporto”, pioniera del femminismo lasciò gli Usa negli anni Novanta

NEW YORK. È morta a Londra la sessuologa americana Shere Hite che negli anni '70 provocò una «rivoluzione in camera da letto» ma dopo due decenni abbandonò gli Usa per l'Europa perché gli americani erano troppo bacchettoni.
L'autrice del celebre Rapporto Hite del 1976 sulle abitudini sessuali delle donne Usa aveva 77 anni e soffriva di Alzheimer e di Parkison. Da giovane era bella come una top model e quando ancora studiava a Colombia aveva posato nuda per una pubblicità Olivetti e questo cambiò la sua vita. La Hite aveva costruito le sue ricerche pionieristiche sulla sessualità partendo dai lavori di Alfred Kinsey e della coppia William Masters e Virginia Johnson. Il suo lavoro, basato sulle confidenze anonime di 3.500 donne tra 14 e 78 anni e venduto in 50 milioni di copie, sfidò Freud e i preconcetti maschili proclamando che molte donne non avevano bisogno di un rapporto sessuale tradizionale – nè di un uomo – per raggiungere la soddisfazione sessuale. Il Rapporto Hite incoraggiò le donne a prendere il controllo della loro vita sessuale e fu deriso come Hate Report (rapporto odio) da Playboy. Ma per tutte le donne che fino ad allora avevano finto l'orgasmo fu una rivoluzione. Arrivando all'apice della “Seconda ondata” del femminismo Usa, il Rapporto segnò una svolta rispetto alla rivoluzione sessuale degli anni 60 che aveva dato alle donne licenza di andare a letto con altrettanti partner degli uomini, ma non aveva cambiato la dinamica maschile dominante a letto. «Molte donne interrogate dalla Hite pensavano che la rivoluzione sessuale era un mito, che le lasciava libere di dire si, ma non di dire no», scrisse Erica Jong, l'autrice di Paura di Volare, recensendo il saggio sul New York Times: «Pensavano che la quantità del sesso era aumentata, ma non la qualità». Studentessa a Columbia, Hite per pagarsi da vivere posò nuda per una pubblicità Olivetti e rimase poi orripilata dalla didascalia dello spot: «Questa macchina da scrivere è così intelligente che lei non deve esserlo». Shere si unì a un gruppo di donne che picchettavano per protesta l'ufficio Olivetti di New York: primo atto d’una militanza che l'avrebbe portata lontano. L'atto clamoroso di lasciare gli Usa rinunciando al passaporto risale al ’95: «Dopo decenni di attacchi al mio lavoro sulla sessualità femminile», spiegò, «non mi sento più libera a proseguire il mio lavoro nel Paese dove sono nata».