A roma i funerali dell’attrice 78enne  

Paola Gassman, oggi l’addio all’icona saggia del teatro

Oggi alle 11 nella chiesa degli Artisti a Piazza del Popolo a Roma l’addio a Paola Gassman, morta mercoledì, 10 aprile, dopo una lunga malattia. Per le persone come lei, al termine della vita...

Oggi alle 11 nella chiesa degli Artisti a Piazza del Popolo a Roma l’addio a Paola Gassman, morta mercoledì, 10 aprile, dopo una lunga malattia. Per le persone come lei, al termine della vita colleghi e amici dicono sempre: «una vita per il teatro» o «monogama nell’arte e nella vita».
Ora che della sua scomparsa dà notizia il suo compagno Ugo Pagliai (davvero una vita in scena insieme) viene spontaneo considerare un percorso artistico segnato fin dalla nascita quello di Paola Gassman, nata a Milano il 29 giugno 1945, a poche settimane dalla fine della guerra, quando suo padre Vittorio e la mamma Nora Ricci facevano compagnia teatrale insieme con Laura Adani. Il suo album di famiglia coincide con quello del gran teatro italiano, 5 generazioni di grandi firme della scena: il nonno era Renzo Ricci, il bisnonno paterno Ermete Zacconi, anch’egli figlio d’arte. Forse fu il crescente successo del mattatore Vittorio al cinema tra gli anni '50 e il decennio successivo a spingere la sua primogenita a una scelta più “stabile” e tradizionale iscrivendosi all’Accademia Silvio d’Amico dove formò la sua versatilità interpretativa e conobbe il suo primo marito, collega di corso e di appena due anni più anziano. Dalla loro unione, durata 6 anni, è nata Simona, ma con lui Paola condivise anche un’iniziazione artistica importante, quella di Luca Ronconi che volle entrambi nel suo Teatro Libero e poi la chiamò nel ruolo di Marfisa per il suo Orlando Furioso del 1969 così come nella smagliante versione televisiva del 1975. Paola Gassman intanto segnava le grandi tappe del teatro italiano nel periodo della sua trasformazione dopo i successi degli anni '50: con Ronconi fu anche in La tragedia del vendicatore, diretta da Vittorio Gassmann fu protagonista in Cesare o nessuno, con Lina Wertmueller in La cucina, ma la lista dei suoi registi prediletti è ben più lunga, da Squarzina a Castri, da Bolognini a Piccardi, da Sciaccaluga a Piero Maccarinelli. Amava Shakespeare e Goldoni, non esitava a misurarsi col contemporaneo, ma la svolta fu l’entrata in compagnia con Lilla Brignone e Ugo Pagliai alla metà degli anni ’70. Fu la metodica e appassionata scoperta del teatro di Pirandello a scandire la sua carriera da quel momentocon celebri allestimenti come Liolà, Il piacere dell'onestà, L’uomo, la bestia e la virtù. Intanto cambiò la vita privata perché quello con Pagliai fu davvero l’amore di una vita, coronato dalla nascita del 2° figlio, Tommaso. Pagliai era allora anche divo della tv, ma con Paola elesse il teatro a luogo della vita e dell’arte, facendo compagnia con lei e attraversando una nuova stagione. Sommessa, ironica, smagliante in scena, Paola Gassman appartiene alla famiglia delle attrici di teatro che fanno dei silenzi, delle eleganti trasformazioni, dei monologhi sussurrati o declamati il proprio segno distintivo. In tv si vide poco, soprattutto per riprese di spettacoli teatrali, ma fanno bella eccezione Dimenticare Lisa, di Salvatore Nocita e Il gatto in tasca diretto da Gigi Proietti. Anche con il cinema scelse di avere brevi incontri. Piace ricordare Contestazione generale di Zampa e Di padre in figlio, legati al padre Vittorio, o le ultime apparizioni, Padre mio, doc di Antonio D’Ottavio e Un marziano di nome Ennio dell’abruzzese Davide Cavuti. È stata molto amata, anche dai fratelli Jacopo e Alessandro che l’ha salutata come «la più saggia» in una famiglia irripetibile.