Plaza: ho vinto i miei demoni 

Nuovo album che il rapper da 1.2 miliardi di streaming ha chiamato col suo nome

ROMA. Ventidue anni, un successo che lo ha travolto due anni fa. Capo Plaza, 31 dischi di Platino, 19 dischi d'Oro e oltre 1.2 miliardi di streaming, torna con il nuovo album “Plaza” e sceglie un modo tutto suo per raccontarlo.
«Questo disco non è il sequel di “20”, ma è un upgrade. Sentirete un Luca più maturo ed un Plaza più fresco che mai. Ho provato a spiegare cos’è stato il successo per me e il momento che sto vivendo. Vedrete luci, ma anche ombre». Poco amante di social e interviste, il giovane rapper affida alle pagine di una rivista allegata al disco il racconto di sé, di questo periodo, del lavoro fatto, della crisi e della rinascita a 20 anni.
«Tutti hanno iniziato a trattarmi come un personaggio, ma io non ho mai smesso di essere Luca». E lo ha fatto anche attraverso le foto dei suoi album personali, nelle parole dei suoi collaboratori e colleghi e in quelle di sua madre (e di suo padre e di sua sorella che l’ha seguito a Milano), che ha assecondato i sogni e la voglia di successo di Luca (nome all’anagrafe del rapper). Sua prima fan, ma anche sua prima critica («Vorrei che lui mettesse in conto che sbagliare non è sbagliato», scrive). «In questi anni sono cresciuto tanto e sono passato in mezzo ai momenti più bui della mia vita», scrive senza nascondersi, se non dietro la pagina bianca. «Il successo di “20” mi ha messo di fronte a tutte le difficoltà del successo che sentivo dai miei rapper preferiti. Solo che io sono stato il primo a viverle a 18 anni e non c’è una guida turistica per chi tocca certe vette a quell’età. La fama non è solo quello che sembra». È anche un «ostacolo» e «se non mi sono ritirato è solo perché ho trovato il modo di dire le cose che volevo dire in questo disco, di levarmi il peso che avevo dentro di me di essere a tutti costi soltanto il ragazzino spensierato di “Giovane Fuoriclasse” e “Tesla”, mentre la mia vita cadeva a pezzi».
E così, se nel suo primo album “20” (miglior album di debutto del 2018, con “Tesla” in vetta alla classifica annuale dei singoli), le storie erano quelle di un ragazzino spensierato, oggi sono quelle di giovane adulto consapevole di come il mondo intorno a lui sia cambiato. Ora è Plaza da solo contro il mondo e il titolo dell’album lo mette subito in chiaro. «Dal periodo di blocco che ho avuto non ne sarei uscito senza ascoltare musica e nel mio disco ci sono le influenze di tanti dei miei artisti preferiti», spiega ancora Capo Plaza nel suo pamphlet. «Ho affrontato i demoni che non riuscivano a farmi scrivere, sono tornato dagli artisti che mi hanno cresciuto per trovare le forze di sconfiggerli. Sono ritornato da Biggie, 50 Cent e Tupac. Io sono sempre stato un fan di New York e tornando su quei dischi, lo step successivo è stato ovviamente tornare al presente e la realtà». E così, «”Plaza” è il mio viaggio tra quei colori, quel freddo e quella pioggia. Partendo da New York, arrivando a Salerno fino a Milano». Il disco è stato anticipato dal singolo “Allenamento #42, che ha debuttato al n.1 della classifica Fimi/Gfk: 16 brani – dalle sfumature più cupe rispetto alle precedenti canzoni – in cui spiccano tre featuring americani (con A Boogie Wit Da Hoodie, Gunna, Lil Tjay), un tedesco (Luciano) e uno italiano con Sfera Ebbasta. La produzione dei brani è affidata ad Ava e Mojobeatz. «Sono molto più soddisfatto di “Plaza2 di quanto non lo fossi di “20” e per quello che ho passato, questa è per me già una grande vittoria personale», scrive ancora il rapper di Salerno. L’album è disponibile in vari formati, tra questi una special edition con il magazine autografato e un esclusivo fumetto che vede “Il Principe Fuoriclasse” protagonista. In contemporanea con il disco esce con Spotify il videogioco “Capo Plaza - The Game”, in cui si dovranno attraversare le piazze delle città più simboliche per Capo Plaza.