Ronchi presenta a Teramo il libro suVincenzo Rosati un abruzzese eclettico

TERAMO. Uomo dai molti talenti e di vasta cultura, Vincenzo Rosati fu ingegnere, artista, archeologo. A lui è dedicato il bel volume della studiosa teramana Renata Ronchi “Vincenzo Rosati. Abruzzese...

TERAMO. Uomo dai molti talenti e di vasta cultura, Vincenzo Rosati fu ingegnere, artista, archeologo. A lui è dedicato il bel volume della studiosa teramana Renata Ronchi “Vincenzo Rosati. Abruzzese eclettico” pubblicato da Ricerche&Redazioni (132 pagine, €25). Il libro sarà presentato oggi a Teramo alle 18 nella biblioteca Melchiorre Delfico, in un incontro organizzato dalla casa editrice con Delegazione Fai Teramo e Delfico. Con l’autrice intervengono Pietro Costantini, capo delegazione Fai, la restauratrice di opere d’arte Valentina Muzii, la giornalista culturale Anna Fusaro, il responsabile della Delfico Dimitri Bosi. Esposte alcune opere di Rosati provenienti dall’omonimo Fondo conservato in biblioteca.
Patrocinato dal Fai, il volume è aperto dalla presentazione di Muzii, l’introduzione di Fusaro, il contributo di Fausto Eugeni (Vincenzo Rosati fotografo “in pectore”), già responsabile dell’archivio fotografico della Delfico, e un mémoir di Renata Ronchi (Zio Vincenzo nei miei ricordi). Apparato fotografico a cura di Vincenzo Ammazzalorso. Prozio dell’autrice, Vincenzo Rosati nacque nel 1859 a Ponzano, frazione di Civitella del Tronto, e lì morì nel 1943 nel villino di famiglia dopo aver girato come docente e direttore varie scuole di arti e mestieri in Italia, contribuendo alla loro fondazione e sviluppo. La pionieristica missione lo portò tra il 1887 e il 1934 a Penne, Atri, Catanzaro, Roma, Castellammare Adriatico, con una parentesi nella colonia Tripoli. Ronchi (sue le monografie sugli scultori Luigi Cavacchioli e Pasquale Morganti) aggiunge ricordi personali e familiari al vivido ritratto di una personalità eclettica, che fu tecnico e umanista, progettista di edifici e macchine, archeologo, pittore, scultore, ceramista, educatore. Uomo di cultura, l’ingegnere Rosati fu tra i primi a intuire la mano di Andrea De Litio nei magnifici affreschi della cattedrale di Atri. E, interpellato per un’expertise, mise nero su bianco il valore del prezioso, ma all’epoca trascurato, polittico di Jacobello del Fiore “Incoronazione della Vergine” (1414-17) nella contesa tra i Cinturati di Sant’Agostino e il Comune di Teramo. Di notevole interesse i carteggi di Rosati con personalità del tempo e le cronache giornalistiche sulla sua attività archeologica. Inoltre l’autrice fa la ricognizione della donazione Rosati alla Biblioteca del Regio Liceo Melchiorre Delfico: opere d’arte, documenti, foto, cimelii archeologici.