Si sale a Pizzo Deta  cima aguzza e rocciosa 

Dai monti Ernici andiamo a sovrastare la Valle Roveto

La Valle Roveto (Aq) è una profonda incisione che si estende per circa 30 km in direzione Nord Ovest – Sud Est nel cuore dell’Appennino laziale-abruzzese, tra il Parco Regionale dei Monti Simbruini-Ernici e il Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise. I Monti Ernici costituiscono il confine Sud-occidentale naturale tra le due regioni con una serie di elevazioni e vallate di pregio e regalano panorami ampi e fantastici.
Degli Ernici, ce ne andiamo a visitare il Pizzo Deta, cima aguzza e rocciosa che sovrasta la valle Roveto. Si tratta di un’escursione che mi riporta indietro nel tempo, quando vi salivo con il mio papà: i ricordi sono vivi ma le fotografie sbiadite, ogni tanto mi piace rinnovarle. Partiamo da Rendinara, frazione di Morino (Aq) che si raggiunge con ripidi tornanti sulla strada provinciale 66 all’uscita “Morino” della Ss 690 Avezzano-Sora.
Appena fuori del paese, lasciamo l’automobile e ci inoltriamo nel magnifico vallone del Rio. L’inizio è una comoda carrareccia che sale gradatamente costeggiando il rumoroso scrosciare dell’acqua limpidissima del torrente. Seguendo i segnavia bianco-rossi si taglia la strada e velocemente (1 ora) si arriva al fontanile (1.360 m), dove si abbandona la sterrata che porta al Rifugio Fracassi e si prosegue diritto tra i faggi. Prima di salire voltiamoci ad ammirare il superbo monte Viglio, la Valle Roveto che comincia a srotolarsi ai nostri piedi protetta dal Velino innevato di fine autunno.
Dopo poco si supera il torrente e ci si ritrova su una bella radura da dove il sentiero sale verso Est molto ripido nel bosco. In autunno inoltrato il tappeto di foglie gelate scricchiola sotto gli scarponi e i rami spogli dei faggi quasi cantano mossi dal vento che non manca mai.
Ci vuole un po’ ad uscire dal bosco e ci si ritrova in una seconda bella radura dove fanno capolino le propaggini rocciose del Monte Ginepro (2 ore). Si attraversa il prato fino ad arrivare al magnifico anfiteatro breccioso del Monte del Passeggio, meno famoso del Pizzo Deta pur essendo il più alto dei Monti Ernici (2.064 m).
Si attraversa la stabile breccia e poi ripidamente si arriva ad un incavo roccioso che ci immette sul pianoro di cresta. Alla nostra destra il Monte Ginepro, a sinistra il Monte del Passeggio che andiamo a scalare (si può anche aggirare sulla destra), di fronte il dolce degradare verso i paesi laziali.
Arrivati su, verso Sud ci appare la cresta che percorreremo per arrivare al Pizzo e scendiamo sul sentiero: pare davvero di volare con il vento che scompiglia capelli e pensieri. È tutto straordinariamente a portata d’occhi: dal Tirreno alla Maiella, dalle Mainarde al Gran Sasso. Ad Ovest si aprono i prati di Campoli da dove salgono gli escursionisti laziali con i quali ci si scambiano impressioni e una bevanda calda. Siamo in vetta (2.041 m -3,30 ore e 8 km dalla partenza), con grandissima soddisfazione ci guardiamo attorno increduli, stupefatti e grati di così tanta bellezza. Occorre tornare indietro in fretta, le giornate infatti sono corte, percorrendo la stessa via a ritroso. Tornerò presto qui per sentieri diversi a odorare di nuovo i miei ricordi.
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