Storie di piccoli malati, ma tutte a lieto fine 

La giornalista da domani su Rai3 con la docu-serie “Dottori in corsia”, girato nell’Ospedale pediatrico Bambino Gesù

ROMA. Da anni Federica Sciarelli con la sua storica trasmissione “Chi l'ha visto?” indaga e segue vicende umane difficili, molte con finali tragici, ma da quando ha iniziato ad occuparsi di bambini malati che lottano come leoni e dei loro genitori, eroi dotati di tenacia e coraggio, ha messo un veto: «Torno con “Dottori in corsia”, la docuserie in onda in seconda serata su Rai3 da domani, ma solo con storie che hanno un lieto fine», racconta. «Dopo un anno devastante in cui di lacrime ne abbiamo viste versare troppe, non mi sembrava proprio il caso di aggiungere negatività». Arriva la quarta stagione della docuserie di Simona Ercolani, per raccontare anche in epoca Covid il miracolo quotidiano della medicina e le storie di coraggio e speranza dei piccoli pazienti dell'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma, insieme a quelle delle loro famiglie, dei medici e del personale ospedaliero.
«È stato difficoltoso, non a caso abbiamo dovuto girare le interviste con i genitori in due strutture distanti dall'ospedale, il centro trapianti nella zona del Verano e un asilo nido. Siamo stati tutti costantemente sottoposti a tamponi e ognuno di noi, operatori compresi, era sotto monitoraggio quotidiano», spiega la giornalista. L'intento, aggiunge Sciarelli, «è quello di mostrare le battaglie fortissime che combattono questi giovani pazienti, i loro genitori e i medici. Consiglio a tutti di fare una passeggiata, quando sarà possibile, da queste parti, per ridimensionare le questioni inutili per cui ci roviniamo la vita, come quando siamo in macchina nel traffico o in fila alle poste o litighiamo per le sciocchezze».
Sciarelli si è soffermata a parlare con «le mamme e i papà: alcuni arrivano da fuori, dopo aver trovato alloggi di fortuna, in casa di amici di parenti, si prendono lunghe aspettative dal lavoro, mi hanno raccontato la loro vita». Spazio anche a storie «di nuove amicizie, come quella nata nel reparto di cardiologia fra due bambini di 10 anni, Cristian, impegnato nella rimozione del cuore artificiale che 11 mesi prima gli aveva salvato la vita, e Valerio, alle prese con una difficile riabilitazione dopo aver affrontato lo stesso intervento». In tutto le puntate sono nove. La situazione legata alla pandemia si inserisce nel racconto della nuova stagione per mostrare le difficoltà che il personale medico di tutti i reparti oggi deve affrontare. «Nonostante il lockdown nazionale, l'ospedale Bambino Gesù non ha mai interrotto l'attività dei trapianti che è proseguita regolarmente tra tutte le difficoltà, come testimoniano le storie di due bambine sottoposte a trapianto a marzo». Per la prima volta, inoltre, le telecamere sono entrate in un reparto Covid pediatrico per raccontare le vicende di bambini che hanno manifestato i sintomi della cosiddetta “falsa Kawasaki”. Prosegue Federica Sciarelli: «La madre di una ragazzina mi ha raccontato di quando sua figlia prima che si ammalasse si era rotta un dito pattinando, poi glielo hanno sistemato, e allora abbiamo iniziato a parlare di pattinaggio, disciplina che io stessa praticavo in giovane età. Un genitore che aveva un salone da parrucchiere mi ha confessato di non aver mai detto alle sue clienti della grave patologia di cui soffriva il figlio perché sapeva che andavano da lui per prendersi un momento di relax, non voleva turbarle. Ecco, sono tutte esperienze incredibili, ci fanno comprendere quanto siano importanti la donazione e la solidarietà». Sciarelli tiene anche a sottolineare come «il Bambino Gesù sia un'eccellenza pubblica. Lo diamo per scontato, non lo è. Questo vanto della sanità pubblica va tutelato». Tra le storie di difficoltà ma anche lotta, tenacia e speranza, quella del 17enne Mattia, che «sogna di diventare un campione di pentatlon ma è afflitto da un'epilessia farmacoresistente, per la quale subisce un'operazione al cervello; di Davide a cui il padre dona il proprio rene per salvarlo dalle conseguenze della sindrome di Vacterl; di Laura, ancora nella pancia della mamma quando viene salvata da una pericolosissima ernia diaframmatica tramite fetoscopia, fra le primissime operazioni del genere effettuate in Italia». O di Edoardo, affetto da CLN2, rara malattia genetica che solitamente non lascia scampo, e sottoposto a un trial medico praticato solo in quattro ospedali al mondo. Da mercoledì 13 gennaio Sciarelli tornerà anche al timone di Chi l'ha visto: «Andiamo avanti fino a luglio, siamo corazzati».