Tutti i dubbi dell’Intelligenza artificiale

In libreria “Io e Ia”, saggio semiserio del docente di filosofia pescarese Amicantonio
PESCARA. Affidare a un dialogo con l’Intelligenza artificiale temi etici e morali fondamentali dell’uomo. È l’idea di Claudio Amicantonio, docente di filosofia e storia al liceo classico “D’Annunzio” di Pescara, che nel libro “Io e Ia. Dialogo semiserio con l’intelligenza artificiale” ha improntato una conversazione tra un io, rappresentato dall’autore, e una Intelligenza artificiale, “Ia” appunto, considerata a sua volta come possibilità egoica anche se non umana. L’autore discute con Ia sui concetti basilari della filosofia, della cultura e della civiltà umana e non manca di sottolineare le contraddizioni in cui la stessa Intelligenza artificiale sembra cadere. Contraddizioni che si spiegano con il fatto che la “macchina”, benché indipendente sulle procedure, viene comunque preparata dall’uomo, e non può risolvere le incongruenze che si levano a monte. In effetti alla prima domanda che l’autore pone, cioè se è possibile riconoscere all’Ia una coscienza, è la stessa Intelligenza artificiale ad ammettere di non avere coscienza, di essere solo il risultato di una serie di algoritmi. In seguito nel dialogo si affronta il tema della verità e dell’essere, ed emerge subito un primo scoglio da superare: se possa darsi una verità assoluta. L’Intelligenza artificiale lo nega e continua a ripetere che le verità dipendono dai contesti e dalle epoche, aggiungendo però che nel campo morale questo relativismo potrebbe risultare rischioso, senza comprendere, essa la macchina, la contraddizione insita in ciò, e cioè che una verità morale valida per tutti non sarebbe relativa, ma assoluta. Le viene chiesto poi se ha esperienza dell’essere, ma naturalmente non risponde, e neanche sul linguaggio l’Intelligenza artificiale riesce ad andare oltre l’idea della lingua come strumento di rappresentazione della realtà. Vi è comunque in essa almeno una certezza: l’essere è. Sulla questione del bene Ia si contraddice ancora, ritiene che l’idea di bene dipenda dai contesti, poi però non riesce a negare un’idea di bene universale. Altra contraddizione che Ia non risolve è quella della libertà. Se tutto ha una causa, nessuno è libero, eppure la libertà è ciò che più di tutto gli uomini cercano. Insomma alla fine del libro sorgono seri dubbi sull’intelligenza dell’Intelligenza artificiale.