È bufera in municipio sui redditi non dichiarati

Codacons e Ordine degli avvocati: «La legge c’è e va rispettata» I commercialisti: «Obbligo che spetta al segretario generale, va fatta chiarezza»

SULMONA. In tempi di crisi, sacrifici e tasse che aumentano – a dispetto dei tagli sui servizi fondamentali – fa discutere la mancata trasparenza al Comune di Sulmona. Dove, sul sito istituzionale di palazzo San Francesco, non vi è traccia delle dichiarazioni dei redditi di sindaco, assessori e consiglieri comunali. Nonostante il decreto legislativo 33 del 14 marzo del 2013 preveda l’obbligo di pubblicazione della situazione patrimoniale degli amministratori pubblici e dei loro familiari, in caso di attività o beni in comproprietà. L’operazione amministrazione trasparente sembra riguardare solo il segretario generale e i vari dirigenti, che hanno pubblicato la loro situazione patrimoniale nella sezione dedicata del portale, dove figurano anche i titoli dei documenti riferiti agli amministratori, ma non i relativi file da scaricare. Con la navigazione che si perde fra una pagina e l’altra di un sito non proprio a portata di click.

Stigmatizza l’assenza delle dichiarazioni dei redditi dei politici Mauro Sciullo, dello sportello sulmonese del Codacons. «In un periodo di grossi sacrifici richiesti ai cittadini stride questa situazione», interviene il rappresentante dell’associazione di consumatori, «mentre gli utenti vengono tartassati e puniti per molto meno, dispiace vedere che chi dovrebbe dare il buon esempio non lo fa. Noi come rappresentanti dei consumatori ci schieriamo a favore dell’operazione trasparenza, che consente una maggiore partecipazione e consapevolezza al cittadino. Ma i politici per primi dovrebbero fare il loro dovere».

Sulla stessa lunghezza d’onda il presidente dell’Ordine degli avvocati, Gabriele Tedeschi. «In presenza di un obbligo di legge bisogna adeguarsi a quanto imposto», fa notare il legale, «il principio della norma è condivisibilissimo ed è giusto che ogni amministrazione pubblica faccia la sua parte in fatto di rispetto delle regole. Del resto, tutti gli ambiti, ormai, prevedono una sezione dedicata all’amministrazione trasparente».

Tocca al presidente dell’Ordine dei commercialisti dell’Aquila, Americo Di Benedetto, dare un parere più tecnico. «Ogni struttura ha al proprio interno il responsabile dell’anticorruzione», spiega il commercialista, «che per i Comuni è quasi sempre il segretario generale. Dunque, si dovrebbe capire come mai non è stato assolto un obbligo di legge».

Un’imposizione che prevede le relative sanzioni per chi non si adegua e non presenta il proprio 730, con multe che vanno dai 500 ai 10mila euro. È il sito funzione pubblica del governo a ricordare che l’operazione trasparenza è partita dal 2008, cinque anni prima del decreto legislativo del 2013, che ha applicato il principio più ampio della trasparenza totale alle amministrazioni, obbligando la pubblicazione di tutti i dati sulle attività svolte nell’esercizio di funzioni pubbliche.

Federica Pantano

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