È morto D’Artista, il barbiere di corso Ovidio

Aveva da poco festeggiato cento anni, il suo salone era considerato la “piazza” della città

SULMONA. Ha lavorato fino all’ultimo alzando la serranda del suo salone di corso Ovidio tutte le mattine per 70 anni. Domenica scorsa Attilio D’Artista, decano dei barbieri sulmonesi se n’è andato per sempre circondato dall’affetto dei suoi cari. Se n’è andato qualche mese dopo aver compiuto il secolo di vita, cento anni passati a rifare le “teste” dei sulmonesi per i quali era una vera è propria istituzione. Un salone che era la piazza della città, dove sono passate le storie, gli amori e i pettegolezzi di tanti, ma anche centro di discussione e sede dei vari coordinamenti per portare avanti le tante battaglie a difesa del territorio. Solo quattro anni fa Attilio D’Artista aveva chiuso il salone in corso Ovidio. Nel marzo scorso il barbiere era stato festeggiato per i suoi 100 anni dai familiari, dagli amici e da alcuni apprendisti che da lui avevano avuto l’opportunità di apprendere ogni segreto del mestiere e di poter avviare un’attività tutta loro. La dedizione al lavoro, la cordialità e il suo altruismo sono stati ricordati anche nell’omelia funebre che è stata pronunciata dal parroco di santa Maria della Tomba don Ramon Peralta. Sentimenti riaffiorati ieri in quanti lo hanno conosciuto e stimato, persone che hanno voluto lasciare un ricordo di Attilio anche sui social. «Un barbiere d’altri tempi», ricorda Carmine Angelone. «Attilio è persona esemplare per la dedizione al suo lavoro ma soprattutto per la sua disponibilità verso gli altri», è stato il commento dell’ex sindaco della città Lando Sciuba, compagno di tante battaglie civili portate avanti dal barbiere. «È stato sempre pronto a dare la propria solidarietà in casi anche di estremo bisogno e poi impegnato sempre in battaglie a difesa della città, tra le quali quella vissuta da militante del comitato Sulmona Provincia». Anche il figlio Giancarlo ha voluto ricordare il padre svelando il segreto della sua longevità legato al suo dinamismo e alla sua voglia di lavorare ad ogni ora del giorno: «Il clima che si viveva in quel salone era sempre molto suggestivo», ricorda Giancarlo D'Artista, «nella mescolanza di odori e aromi, tra fumo di sigarette e lacche o lozioni, s’intrecciavano conversazioni e discussioni sui fatti della città con un senso di amicizia e rispetto genuino tra papà e i suoi clienti. Ci mancherà». (c.l.)

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