A Fossa 50 migranti I cittadini: troppi per il nostro paese

Convocato il consiglio comunale e avviata una petizione Giovedì si è svolta un’assemblea con centinaia di persone

FOSSA. Affollata assemblea giovedì sera a Fossa sull’arrivo in paese, nei prossimi giorni, di 50 migranti che dovrebbero essere ospitati in una palazzina con 16 appartamenti in località Cerro. L’assemblea, richiesta dai cittadini, ha visto la partecipazione del sindaco Antonio Gentile.

Gli abitanti di Fossa nel corso della discussione – con toni e accenti diversi – hanno in sostanza esternato la loro preoccupazione per l’arrivo dei migranti. Fossa è un comune di circa 600 abitanti, ma in località Cerro (a poca distanza dall’abitato storico e a un paio di chilometri dal villaggio provvisorio realizzato dopo il sisma) vivono un centinaio di persone in 12 villette bifamiliari e in altri alloggi. L’arrivo di 50 migranti (così come comunicato dalla prefettura nel corso di un incontro con il primo cittadino) significherebbe un aumento della popolazione in quella zona del 50 per cento. Ma intanto vediamo dove dovrebbero essere ospitati i migranti (che giungeranno a scaglioni, non tutti insieme). In zona Cerro, prima del terremoto, insieme alle villette era stato realizzato dalla società “La Rocca Immobiliare” un grosso edificio. Il sei aprile 2009 la struttura non era stata ancora completata. Nelle settimane successive furono eseguiti i lavori per rendere fruibili tutti gli appartamenti. La palazzina fu ceduta al fondo immobiliare “Europa Risorse” che all’epoca acquistò diversi edifici – realizzati da costruttori aquilani ma non ancora venduti – per affittarli (in maniera concordata con Protezione civile e Comune) a chi aveva perso la casa. Nella palazzina di Fossa il Comune dell’Aquila inviò una decina di famiglie che ci sono rimaste fino al 2013, fino a quando cioè non si sono liberati alcuni alloggi del Piano Case e le famiglie hanno preferito riavvicinarsi alla città. Da quasi tre anni dunque la struttura è vuota e quindi quando la prefettura ha fatto una ricognizione dei luoghi dove indirizzare i migranti ha individuato l’edificio a Fossa come uno di quelli possibili.

Da quanto è stato detto durante l’assemblea la gestione della struttura ricettiva è stata affidata (attraverso un bando) alla società Eta Beta di Roma la quale si è aggiudicata “l’appalto” per una cifra di 32 euro al giorno per migrante, cifra che prevede vitto, vestiario, corsi di italiano, attività sportive e socio ricreative per l’integrazione con gli abitanti del paese e una quota (tre euro a testa) per le piccolissime spese. L’assemblea si è conclusa con la decisione di avviare una raccolta di firme e di convocare il consiglio comunale, mercoledì prossimo, per chiedere che a Fossa non venga prevista la presenza dei migranti per i quali quindi va studiata una sistemazione diversa. Il primo cittadino ha tenuto a ribadire che nella posizione della popolazione non ci sono sottolineature di tipo razzista, tutt’altro (il parroco di Fossa, per esempio è da molti anni un nigeriano, l’amatissimo don Gaetano), ma c’è solo la necessità di garantire una convivenza serena e una vera integrazione.