A Sulmona l'ergastolano scarcerato perché scaduti i termini di custodia

Giuseppe Belcastro, 50 anni, boss della 'ndrangheta condannato all'ergastolo, è stato rimesso in libertà per il ritardo con cui è stata depositata la sentenza. Per lui è stata stabilita una pena alternativa nella casa di lavoro in Abruzzo

SULMONA. Giuseppe Belcastro, di 50 anni, condannato all'ergastolo dalla Corte d'assise d'appello di Reggio Calabria, il 3 marzo del 2006, è stato scarcerato ed avviato alla pena alternativa della casa di lavoro di Sulmona  per scadenza dei termini della custodia cautelare. La scarcerazione è stata motivata dal fatto che i motivi della sentenza d'appello sono stati depositati quattro anni e mezzo dopo l'emissione della sentenza, avvenuta nel marzo del 2006. Un ritardo che ha provocato la scarcerazione anche di un altro imputato del processo 'Prima Luce', per la faida di Sant'Ilario, Luciano D'agostino, condannato a 15 anni di reclusione.

Belcastro era stato condannato alla pena massima nei due gradi del giudizio per reati di mafia legati all'inchiesta sulla 'faida di Sant'IlariO', nella locride, che provocò numerosi omicidi. Belcastro avrebbe goduto anche di un permesso breve per le feste di Natale, raggiungendo i propri familiari residenti nel reggino.

L'eccessivo periodo di tempo nel deposito della motivazione della sentenza era stato denunciato, in una interrogazione parlamentare nello scorso mese di novembre, dalla deputata  di Futuro e libertà Angela Napoli che aveva chiesto l'avvio di un'ispezione nella Corte d'assise d'appello di Reggio Calabria.

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