Anziani truffati nelle case, sei a giudizio 

La tesi del pm: «Nelle vesti di sedicenti addetti di un’associazione per disabili ottenevano contributi e li intascavano»

L’AQUILA. Sei napoletani, quasi tutti giovani, in trasferta” nell’Aquilano, per l’esattezza a Campotosto, per truffare anziani chiedendo loro soldi per gente bisognosa. Solo che, secondo l’accusa ancora tutta da provare, questi soldi finivano nelle loro tasche.
Sta di fatto che è stato fissato un processo a loro carico con l’accusa di concorso in truffa. Gli imputati, tutti campani, sono Renato Russo, Valentina Migliaccio, Fabio Di Fusco, Salvatore Cacciapuoti, Vincenzo Ciotola, Raffaele Bevilacqua. Si tratta, perlopiù di giovani, visto che sono tutti nati tra il 1977 e il 1985 tranne Bevilacqua che di anni ne ha 55.
Il modo di operare era molto semplice, a fronte di fatti avvenuti nel 2014. Essi si presentavano nelle abitazioni delle persone truffate, oppure le incontravano per strada, spendendo il nome di una fantomatica associazione che aiutava i disabili e chiedendo loro dei contributi per sostenere la loro iniziativa filantropica. La gente, ben ingannata, ha effettivamente dato dei soldi. I napoletani, per la verità, una volta raccolto il malloppo, hanno anche fornito un numero telefonico cui far riferimento ma, ovviamente, non rispondeva nessuno.
L’imbroglio è riuscito perlopiù in danno di persone molto avanti in età.
Qualcuno di questi, però, ha mangiato la foglia e ha raccontato tutto ai carabinieri della locale stazione che hanno svolto le indagini preliminari. Proprio l’età avanzata di alcuni testimoni potrebbe essere di intoppo per lo svolgimento del processo.
La parte civile è rappresentata dall’avvocato Emilio Bafile, mentre gli imputati sono assistiti dall’avvocato aquilano Emilio Bernardi e dai colleghi del Foro di Napoli Lumeno Dell’Orfano e Antonio Rumolo.
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