APPALTI E TERREMOTO"Riprendiamoci la città". La rivolta degli aquilani nella zona rossa

Trecento cittadini in piazza con cartelli con scritto "Io non ridevo" e "Riprendiamoci la nostra città". La protesta contro le intercettazioni divulgate negli ultimi giorni nell'ambito dell'inchiesta sul G8

L'AQUILA. Al grido di "Riprendiamoci la città" un grupppo di circa 300 aquilani ha forzato il blocco dell'esercito nella zona rossa. La polizia prima ha cercato di contenere i manifestanti, ma poi li ha assecondati limitandosi a un controllo del corteo che ha marciato verso piazza Palazzo, sotto la sede del Comune.

I cittadini sono saliti sulle montagne di macerie che ancora ingombrano la piazza e hanno ribadito che dopo 10 mesi non si è mosso nulla per ricostruire la città. Indossano magliette ed espongono cartelloni con la scritta: "6 aprile, 3.32, io non ridevo". Ogni cittadino ha poi portato via dalla piazza una pietra, un pezzo di tegola, un pezzo di detrito. Un modo simbolico per dire: "La città dalle macerie la liberiamo noi".

FOTO Gli aquilani violano la zona rossa

La manifestazione si è conclusa poco dopo le 14, quando i manifestanti sono usciti spontaneamente da piazza Palazzo. Le forze dell'ordine, esercito e polizia - che avevano comunque rafforzato i presidi - si sono limitate ad invitare la gente a defluire dalla zona rossa. Il tutto si è svolto pacificamente e senza incidenti. Alla fine della manifestazione, i comitati cittadini hanno lasciato uno striscione su una delle fontane di piazza Duomo con scritto: "solo apparenza, poca sostanza".