Archeoclub: gradinata bocciata 

L’associazione: in futuro più partecipazione nei progetti di recupero

L’AQUILA. «Per la realizzazione della struttura davanti alla Porta Santa, si può ipotizzare che una progettazione raggiunta con la partecipazione dei cittadini e delle associazioni avrebbe condotto probabilmente a soluzioni diverse»: sulla vicenda della gradinata in fase di costruzione accanto alla basilica di Collemaggio interviene, dopo Italia Nostra, anche l’Archeoclub L’Aquila, illustrando quello che avrebbe potuto essere un progetto alternativo.
«L’Archeoclub», spiega la presidente Maria Rita Acone, «avrebbe suggerito, per un più idoneo inserimento nel delicato contesto storico-ambientale della basilica, di utilizzare semplicemente quanto già ideato, anche se a una diversa scala, per il teatro Amphisculpture del Parco del Sole dall’architetto Beverly Pepper e cioè: una struttura a cavea che sfruttasse il pendio esistente e l’utilizzo della stessa pietra bianca e rosa. L’Archeoclub suggerirebbe poi, più in generale, di limitare al massimo il consumo di suolo e l’impatto antropico sullo stato dei luoghi, nell’ottica di una miglior risposta dei terreni a fenomeni atmosferici particolari e di una miglior vivibilità».
L’associazione esprime poi «alcune considerazioni sul metodo che si sta utilizzando in alcuni casi per apportare delle modifiche sostanziali al centro storico aquilano», partendo da altre vicende oggetto di discussione: «Si stanno progettando in questi mesi restauri di piazze e di luoghi pubblici», sottolinea Acone, «che hanno una vitale importanza per la vita cittadina. Il disegno futuro di questi spazi richiede un’attenta considerazione di ciò che significano proprio come luoghi pubblici, di incontro e di vita in comune. Come giungere a progetti che non rendano “alieni” i nostri storici luoghi di incontro? Il metodo che abbiamo a disposizione è quello della partecipazione, dell'ascolto e della condivisione delle idee mediante percorsi che possano far raggiungere risultati il più possibile condivisi».
Un esempio è la riqualificazione di piazza Regina Margherita, «di cui Archeoclub L’Aquila», aggiunge Acone, «si è occupata per circa due anni non per essere contro il progetto presentato alla città, ma per avere la possibilità, insieme ad altri cittadini e associazioni che si interessano dei beni comuni, di esprimere opinioni e punti di vista diversi che potessero rendere condiviso il progetto definitivo». Secondo l'Archeoclub, «percorsi di progettazione condivisa si stanno sperimentando da parte di amministrazione e Urban Center per il recupero del quartiere Fontesecco-Borgo Rivera: tali modalità di intervento in aree di particolare pregio e significato storico, dovrebbero costituire esempio da seguire».