Asili e assunzioni Cialente smentisce la Pezzopane

La senatrice: «Le educatrici possono conservare il posto» Sindaco e assessore: «Non è vero». Lunedì manifestazione

L’AQUILA. Educatrici sul piede di guerra. Lunedì, davanti all’asilo nido Primo Maggio, a Pile, è prevista una manifestazione di protesta contro la decisione del Comune di riaprire solo il nido del Viale che ora si trova nel Musp di via Ficara.

Una “scelta folle”, secondo le venti maestre che restano senza lavoro, in attesa che venga emanato un bando per la privatizzazione del servizio. Sulla vicenda interviene la senatrice del Pd Stefania Pezzopane, che ritiene superabile in breve tempo la situazione di impasse, causata dall’applicazione del Jobs Act.

Ma subito smentiscono il sindaco Massimo Cialente e l’assessore Betty Leone: «Ci piacerebbe davvero che la realtà stesse in questi termini, ma purtroppo non è così». Insomma, sui nido comunali regna il caos.

«Il governo, con la circolare firmata dal ministro Marianna Madia», scrivono le maestre, «ha chiarito che le educatrici precarie possono essere riassunte, nonostante abbiano prestato servizio per un periodo superiore a 36 mesi. Tanto ciò è vero, che il Comune di Roma ha subito dato impulso alle procedure di riassunzione di 2000 precarie in servizio negli asili nido della capitale. Sono state quindi smascherate le menzogne di quest’amministrazione comunale, che ha invece ribadito di dover giocoforza procedere alla chiusura degli asili nido. Si impone dunque una riflessione. L’amministrazione comunale non era informata della circolare, oppure finge inopinatamente di non sapere. Di certo, però, non sussistono ostacoli normativi alla prosecuzione dei rapporti di lavoro attualmente in essere e quindi la chiusura degli asili nido e l’esternalizzazione del servizio alle cooperative, rappresenta una scelta, deliberata e folle, in netta controtendenza rispetto a quanto stanno facendo i Comuni di tutta Italia».

La protesta scatterà alle 10,30, con un presidio davanti al nido Primo Maggio, a cui parteciperanno le educatrici precarie e le famiglie «per ribadire con forza il no alla chiusura degli asili di Pile e Ape Tau e all’affidamento esterno».

Le maestre sperano nel supporto di sindacati e popolazione e chiedono al sindaco di «assumersi le responsabilità» di una scelta ritenuta «meramente politica» che avrà come risultato «l’affidamento ai privati, a danno di 20 lavoratrici che da anni elemosinano ogni sei mesi per ottenere l’agognata prosecuzione del rapporto di lavoro, e delle famiglie aquilane, che si trovano a dover rinunciare a un servizio pubblico di qualità, il cui costo è finanziato integralmente con le proprie tasse».

Ottimista la senatrice Pezzopane: «Con la circolare del ministro Madia, il Comune dell’Aquila può definitivamente superare l’impasse creatasi e riassumere le educatrici. In base alla circolare, già numerosi comuni si sono attivati per le proroghe e a maggior ragione può farlo il nostro, che gode di ben due proroghe ope legis, sia con la legge di stabilità che con il decreto enti locali fino al 2017. Inoltre il Comune può utilizzare un’altra norma inserita nel decreto enti locali che favorisce l’assunzione e la stabilizzazione di educatori in deroga ai piani di assunzione e ai vincoli finora presenti. Due belle notizie per una città dove l’esperienza degli asili nido è stata preziosissima per bloccare la fuga delle famiglie».

Il sindaco Cialente e l’assessore Leone la pensano diversamente.

«Tanto la legge di Stabilità, quanto il decreto Enti locali non permettono deroghe generalizzate al Jobs Act in materia di precariato e pertanto si tratta di due norme su cui il Comune non può far leva per poter procedere al rinnovo dei contratti a tempo determinato. A ciò si aggiunga che, per i precari, la nostra amministrazione conta di avere a disposizione un milione di euro. Confidiamo che la Pezzopane ci aiuti ad averli al più presto. Ma anche in questo caso, e qualora fosse possibile procedere al rinnovo dei contratti, tali fondi non sarebbero sufficienti, visto che la spesa che sosteniamo per i precari è di 2,5 milioni. Sul fronte delle educatrici, la circolare si applica solo alle graduatorie per le supplenze del personale educativo, e non è utilizzabile per le proroghe dei contratti».

Romana Scopano

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