Asse centrale passato ai raggi X col drone aquilano

Il lavoro di verifica nei cantieri commissionato dall’Usra Stagnini: «Uno strumento che avrà tanti impieghi»

L’AQUILA. La tecnologia entra sempre di più nella ricostruzione: un drone realizzato da un giovane tecnico aquilano, Enrico Stagnini, è stato adoperato per verificare stato dei lavori e condizioni generali dei cantieri dell’asse centrale dove sono in corso interventi di conservazione e ripristino di edifici storici. Un servizio che è stato commissionato dall’Usra che ha ottenuto in poche ore dati e immagini perfette che con i mezzi tradizionali si sarebbero avuti con molti giorni di lavoro, costi più alti e meno precisione.

Stagnini, dottore di ricerca con formazione multidisciplinare, dallo studio dell’ambiente alla chimica dei materiali e in possesso di certificato Enac, torna a ribadire come le utilizzazioni dei droni abbiano ormai degli impieghi in tutti i settori.

«Sto collaborando», dice il tecnico, «sia con l’Accademia di Belle arti che con l’Università dell’Aquila. Nel primo caso sto operando nello sviluppo di un sistema di rilievo in 3D dei beni culturali che possa essere di supporto nella pianificazione degli interventi di restauro; nel secondo mi occupo della costruzione e ottimizzazione di un sistema di precision forming o architettura di precisione in cui attraverso un drone si possono valutare una serie di fattori che indichino lo stato di maturazione delle colture e il loro stato di salute: stress idrico, parassitosi e altro».

«Al di là dei video e degli utilizzi più scontati per i quali il drone può essere utilizzato», prosegue Stagnini, che si occupa di questi strumenti dal 2012, per rilievi, aerofotogrammetria, termografie, «sicuramente la ricerca scientifica e le nuove applicazioni possono essere sviluppate solo attraverso il trasferimento tecnologico da enti di ricerca e Atenei con i quali ho avuto modo più di una volta di avviare dei progetti di respiro europeo, accolti inizialmente con grande entusiasmo, ma poi abbandonati nelle fasi di finanziamento e attuazione». «Un grande spreco e occasioni perse», aggiunge, «visto che in altre regioni ho visto le stesse idee crescere e creare opportunità per il territorio». «Un drone può essere molto utile per affrontare le emergenze come il monitoraggio di zone in frana o di un’alluvione», sottolinea Stagnini. «Oggi si impiega soprattutto per riprese video, ma è importante ribadire che l’utilizzo dev’essere regolamentato. Non è un giocattolo, i piloti devono essere formati». Chi pilota da terra un drone è tenuto a rispettare regole precise. Il drone usato da Stagnini, che può raggiungere una velocità di quasi 50 chilometri orari per usi civili, deve stare lontano da rotte di volo degli aerei, rispettare la privacy.

Ma ci sono anche altre prescrizioni: non può volare oltre i 150 metri, il pilota da terra non può stare oltre i 500 metri di distanza. Non può volare su assembramenti di persone, e deve stare lontano da caserme, ospedali e altri luoghi sensibili. Il drone non può pesare oltre 25 chili, altrimenti può guidarlo soltanto chi ha il brevetto per pilotare aerei commerciali.

©RIPRODUZIONE RISERVATA