Assergi, hotel mai aperto adesso finisce all’asta 

La struttura (75 stanze, parcheggi e aree verdi) si estende su 25mila metri quadri Le camere arredate sono state depredate nel corso degli anni: regna l’abbandono

L’AQUILA. Un albergo di circa 8.000 metri quadrati con 75 stanze, parcheggi e aree verdi che si trova ad Assergi – a un centinaio di metri dalla sede esterna dei Laboratori di fisica nucleare – è finito all’asta. La megastruttura, costruita a metà degli anni Novanta del secolo scorso, e costata diversi miliardi di vecchie lire, non ha mai aperto. Una ventina di anni fa più della metà delle camere erano state arredate, ma ladri e vandali nel tempo hanno fatto razzie di tutto ciò che è stato possibile portare via. L’albergo fu costruito da una società privata con soci originari dell’Aquilano e con interessi economici nella capitale. Da quanto risulta dalla perizia, che fa parte degli atti per la vendita all’asta, la giunta regionale con una delibera del 28 dicembre 1990 concesse al privato una somma vicina ai due miliardi di vecchie lire. Pare però che la società a un certo punto rinunciò al finanziamento investendo solo soldi suoi. Sempre nella perizia si legge che “a seguito di sopralluogo e dal raffronto con il progetto autorizzato non risultano difformità”. Quindi dal punto di vista urbanistico è tutto in regola salvo che, si legge ancora “da informazioni assunte al Comune risulta in sospeso il pagamento della somma di 125.000 euro a garanzia della esecuzione delle opere di urbanizzazione e la volturazione delle aree di cessione”.
L’idea iniziale era di realizzare un albergo in una posizione strategica: a due passi dai laboratori di fisica nucleare, a 5 minuti dalla funivia per Campo Imperatore, a 600 metri dall’uscita di Assergi dell’A24, dentro il Parco nazionale Gran Sasso-Laga (la sede dell’ente è a un paio di chilometri). L’albergo occupa (fra edificio, parcheggi, verde pubblico, viabilità) un’area di oltre 25.000 mq. Nella perizia si sottolinea che “l’edificio, già in uno stato di incuria e abbandono è stato ulteriormente compromesso dal sisma anche se a vista non ha riportato danni alle strutture portanti, ma solo alle tramezzature. Le infiltrazioni d’acqua in alcuni punti hanno sollevato l’intonaco e danneggiato pavimenti e moquette in vari ambienti. Gli arredi sono stati oggetto di furti e sciacallaggi. I terrazzi laddove presenti come parte integranti delle camere sono stati invasi da erbacce. In sostanza”, conclude la perizia, “la struttura risulta abbandonata a se stessa”. Sui motivi per cui l’albergo non è stato mai aperto (ci fu un tentativo, fallito, di utilizzarlo per gli sfollati dopo il sisma) è difficile fare ipotesi. Ora bisogna vedere se qualcuno avrà interesse ad acquistarlo e aprirlo. Altrimenti resterà un’incompiuta nel bel mezzo di un’area protetta e potenzialmente appetibile dal punto di vista turistico.