Avezzano, ragazza incinta perde il bimbo dopo la rissa

Nella zuffa, scoppiata per l’accensione di un fuoco in cortile, coinvolte cinque persone. Tre sono finite ai domiciliari

AVEZZANO. Furibonda rissa in centro tra vicini di casa e un operaio per l’accensione di un fuoco in cortile. Una ragazza di 23 anni incinta di tre mesi, rimasta ferita nella lite, ha perso il bambino. Tre persone sono state arrestate e due denunciate. È avvenuto ieri pomeriggio in via Crispi, al civico 48. L’arresto è scattato per l’operaio Danilo Tatangelo, per Alessandro Vigliotti, entrambi di Avezzano, e per il marocchino Abdellah El Monthassir. Ai tre, che hanno ottenuto gli arresti domiciliari, viene contestata la rissa pluriaggravata per aver cagionato un aborto. Sul posto sono intervenuti gli agenti del commissariato di Avezzano che indagano sul caso e i vigili del fuoco che hanno spento l’incendio in cortile.

Tutto è cominciato con una lite a suon di insulti, proprio a causa del rogo appiccato da Tatangelo, chiamato da una donna che ha un negozio in quella strada. La discussione è sorta tra la moglie incinta dello straniero – anche lei marocchina, infastidita dal fumo e dalle fiamme – e l’operaio. Subito dopo la situazione è degenerata con l’intervento del marito della donna, El Monthassir, e di un altro residente, Vigliotti, che ha fatto inizialmente da paciere, per poi difendersi anche lui dalla furia di Tatangelo e degli altri contendenti. È poi intervenuta anche una quinta persona, ovvero la commerciante che aveva chiesto di bruciare sterpaglie e materiale vario, rimasta leggermente ferita.

Sono volati calci e pugni e molte persone sono arrivate sul posto richiamate dalle urla. La situazione a un certo punto era divenuta incontrollabile. Nel giro di pochi minuti quel tratto di via Crispi si è riempito di persone e tutto il quartiere si è riversato in strada davanti alla palazzina. Tutti i protagonisti della zuffa sono rimasti feriti, ma fortunatamente nessuno in modo grave. La ragazza marocchina è ricoverata nel reparto di Ostetricia e ginecologia dell’ospedale di Avezzano. Gli agenti della squadra anticrimine stanno cercando di ricostruire la dinamica dell’accaduto e di accertare le responsabilità. Gli arrestati sono difesi dagli avvocati Roberto Verdecchia e Mario Del Pretaro.

Le persone coinvolte, ora, rischiano grosso per aver causato l’aborto della donna che era al terzo mese di gravidanza. Anche lei è stata denunciata per rissa. Per questo tipo di reato è prevista una pena che va da quattro a otto anni di reclusione.

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