Barbagallo rimanda al mittente l’invito del sindaco alla pace 

La direttrice artistica: «Ha insultato l’evento e la mia professionalità, non raccolgo la sua apertura» Lo scontro si è riacceso durante la visita in città dell’esperta culturale e del fumettista Zerocalcare

L’AQUILA. «Quella del sindaco è un’apertura che non raccolgo. Ho trovato il suo video inopportuno, specie dopo che mi aveva rivolto, nei mesi scorsi, parole poco cortesi, accusandomi di essere poco professionale e non in grado di portare all’Aquila contenuti culturali».
Altro che pace fatta, come sembrava ieri. La direttrice del Festival degli Incontri, Silvia Barbagallo, ribatte così al messaggio inviatole via Facebook da Pierluigi Biondi due giorni fa, alla vigilia dell’appuntamento al quale era attesa all’Aquila insieme al fumettista Zerocalcare, all’ex presidente del Tsa e ideatrice del Festival Annalisa De Simone e ad altri ospiti.
LA VISITA. L’incontro, sollecitato da una raccolta firme promossa da un gruppo di cittadini, è avvenuto ieri pomeriggio in una gremitissima libreria Colacchi. Tante le persone accorse per ascoltare la “versione” della Barbagallo sulla cancellazione del Festival, decisa da Biondi per via della presenza di alcuni ospiti a lui non graditi, tra cui lo stesso Zerocalcare e Roberto Saviano. Il Festival avrebbe dovuto svolgersi a ottobre, grazie a uno stanziamento ad hoc del Mibact di 700 mila euro rientrante nella politica di sostegno alle iniziative per il Decennale.
«ATTACCHI VIOLENTI». «Lo scontro», ha affermato Barbagallo, «è avvenuto su temi legati ai contenuti del Festival, in particolare sui nomi di Zerocalcare e Saviano, non digeriti dal sindaco. Io non ho accettato di toglierli dal programma, rivendicando la libertà della direzione artistica. Ho ricevuto degli attacchi da parte di Biondi e della Meloni di una violenza inaudita, una cosa che non si era mai vista. Io e il sindaco non ci siamo mai incontrati, è vero, perché in tutte le occasioni in cui ci siamo recati al Comune lui aveva impegni personali. Voglio precisare che il programma era stato approvato da un Comitato in cui sedevano membri del ministero e del Comune e che era stato presentato e costruito nonostante mancassero delle professionalità fondamentali. I festival e i progetti culturali non si fanno da soli, ma con delle squadre di lavoro. Questa squadra non è mai stata creata perché le professionalità non sono mai state contrattualizzate. La polemica sui 700mila euro? Lo stanziamento lo aveva deciso il ministero, non io».
Per l’invito di Biondi a partecipare alla stesura del dossier della candidatura dell’Aquila a Capitale italiana della cultura, Barbagallo ha chiosato: «Sorprende che ora mi dica una cosa del genere. Sarebbe stato meglio se non avesse cancellato il Festival».
NON TUTTO È PERDUTO. «Questo governo ha manifestato un’attenzione molto forte nei confronti del Festival» ha affermato Annalisa De Simone. «Franceschini, appena insediatosi, ha voluto salvaguardare il finanziamento, spostandolo alla presidenza del Consiglio. Ora la parola passa al ministro Vincenzo Spadafora, che ha la delega ai Grandi eventi. Nel giro di un mese avremo informazioni più precise. Una cosa dev’essere chiara: quando si gestiscono fondi pubblici bisogna alzare l’asticella, ambire al massimo. Questo Festival deve rivolgersi a un pubblico il più ampio possibile. Per fare tutto ciò è necessario avvalersi di professionalità riconosciute e consolidate, bisogna uscire fuori da logiche localistiche».
LA VISIONE DI BIONDI. «Con L’Aquila ho un rapporto molto stretto, che dura da anni», ha detto Zerocalcare, «qui sono venuto dopo il terremoto con altri ragazzi dei centri sociali romani, che avevano attivato una rete solidale per portare beni di prima necessità alla popolazione colpita. Sono tornato anche nel 2011 all’Asilo Occupato, sono venuto sempre gratis e sarei venuto gratis anche stavolta. Il sindaco forse non ha mai letto i miei fumetti: la sua visione del mondo è antitetica alla mia. Questa idea secondo cui se inviti un antifascista, per controbilanciare, devi chiamare anche un fascista, mi fa orrore».
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