Benedetti denuncia: «Posti a rischio nel nostro ospedale»

Il presidente del consiglio comunale lancia l’allarme: «I tagli della Regione faranno perdere 370 dipendenti»

L’AQUILA. «Posti a rischio nell’ospedale dell’Aquila». L’allarme viene lanciato dal presidente del consiglio comunale Carlo Benedetti che in un documento fa il punto della situazione alla luce delle recenti polemiche sulla riorganizzazione dei servizi sanitari sul territorio regionale, con particolare riferimento alle aree interne.

«Le politiche sanitarie regionali, come lungamente preannunciato nel corso del 2016, iniziano a produrre devastanti conseguenze sull’Asl Avezzano-Sulmona-L’Aquila e sull’ospedale San Salvatore. Di fatto la mancata realizzazione di un hub di secondo livello nelle zone interne ha come effetto immediato la richiesta, da parte della Regione Abruzzo, di una riduzione delle spese per 4 milioni e mezzo nel 2017. Tutto questo porterà, entro il 31 dicembre di quest’anno o al massimo entro il 31 gennaio 2017, ossia allo scadere dei contratti, al taglio di circa 370 unità di personale a tempo determinato sull’intera Asl numero 1, con effetti soprattutto sul nosocomio aquilano. Si tratta, infatti, di 47 amministrativi che si occupano principalmente di appalti, acquisti e aspetti gestionali, di personale Lsu (lavoratori socialmente utili) e, in massima parte, di personale impiegato nei reparti. Si possono immaginare le conseguenze e l’impatto sulle liste di attesa, sulla funzionalità dei reparti, con la prevedibile soppressione di quelli di eccellenza, e, in definitiva, sull’economia stessa della città. Lo smantellamento dell’ospedale dell’Aquila passa proprio attraverso questi atti, con l’ovvio contraltare di realizzare un hub di secondo livello a Pescara. Occorre pertanto che la politica e le rappresentanze sindacali diano vita a una vertenza della provincia dell’Aquila e delle zone interne del Teramano sul diritto alla salute e per la garanzia di pari opportunità di accesso a servizi sanitari adeguati tra i cittadini delle aree interne e quelli della costa. Altro che campanilismi», dice in conclusione Benedetti. «Bisogna dire un no deciso ai tagli da parte della Regione, no allo smantellamento della sanità pubblica nella nostra provincia, no a un ingiusto squilibrio, in termini di assistenza socio-sanitaria, tra diverse aree della regione».

©RIPRODUZIONE RISERVATA