Continua il rimpallo di responsabilità. Individuati 9 siti ma uno solo è in funzione. Domani vertice a Roma

Berlusconi: macerie? Non tocca a noi

Il premier chiama in causa i Comuni. La Protezione civile: se serve torniamo

L’AQUILA. «Il governo non può rimuovere le macerie», ma la Protezione civile sì. Continua il rimpallo di responsabilità e competenze sul «problema dei problemi». Alla vigilia del vertice a Roma, dove il ministro Prestigiacomo ha promesso sostegno alla causa aquilana, è lo stesso Berlusconi a tornare sull’argomento. «Macerie? Sarebbe competenza del Comune, il governo non può intervenire su questo».

BERLUSCONI. Il presidente del Consiglio è tornato a parlare dell’Aquila. Come riferito da alcuni partecipanti al consiglio dei ministri, ha detto: «Cercano di trasformare un miracolo in qualcosa di assolutamente negativo. È una cosa che non dobbiamo assolutamente permettere». Berlusconi avrebbe spiegato anche perché non sarebbe possibile rimuovere le macerie dal centro dell’Aquila. «Sarebbe competenza del Comune, il governo non può intervenire su questo».

PROTEZIONE CIVILE. Ma la Protezione civile ribadisce la «piena disponibilità» a dare il suo supporto alle «competenti amministrazioni locali» per la gestione delle macerie. Una nota del Dipartimento ricorda che «agli enti locali spetta l’individuazione e l’allestimento delle aree da destinare a deposito temporaneo o allo smaltimento nonché la gestione dei siti stessi, così come è stata garantita in questi dieci mesi per tutte le attività emergenziali» ma «già a partire da pochi giorni dopo il terremoto», la Protezione Civile «ha coordinato, con le amministrazioni competenti, l’analisi speditiva e l’individuazione delle aree ritenute idonee nel territorio aquilano, tra le quali anche la cava ex Teges, prescelta con il Comune dell’Aquila quale unico deposito temporaneo a oggi in esercizio». La Protezione civile rivendica la realizzazione del sito «mediante progettazione in house e affidamento dei lavori, anche avvalendosi di Esercito e vigili del fuoco».

BERTOLASO. La polemica sulle macerie «sconta il disagio degli abitanti che vorrebbero tornare subito nelle loro case». L’ha detto il capo della Protezione civile Guido Bertolaso. «Noi l’abbiamo sempre detto, non abbiamo mai sostenuto che l’emergenza del terremoto all’Aquila fosse risolta. Abbiamo detto che era risolta la prima fase, quella di nostra competenza. Noi ci siamo occupati di dare una casa a tutti quelli che l’avevano persa. Abbiamo anche detto che per ricostruire il centro storico ci sarebbero voluti minimo 5 anni. Quindi ci vuole un po’ di pazienza. Ma nessuno ci ha mai detto: togliete prima le macerie e poi date un’abitazione a chi l’ha persa. Sono state seguite delle priorità. Se adesso ci dovessero chiedere di togliere le macerie siamo pronti a farlo. Credo che le autorità locali, in un incontro anche col ministero dell’Ambiente, sapranno trovare soluzioni».

LA REGIONE. «Come Regione abbiamo fatto la nostra parte nel migliore dei modi. I ritardi, se così possono essere chiamati, non sono da addebitare a una mancanza di impegno o volontà a risolvere l’emergenza, quanto alla complessità della normativa e delle procedure, peraltro in capo ai Comuni. Si sta lavorando alacremente per abbreviarle». Così l’assessore regionale all’Ambiente Daniela Stati.